AL VOTO AL VOTO!

Sketchblog collettivo a fumetti di reportage della campagna elettorale

Ucci, ucci, sono ritornati i disegnatori: di questo tempo, gente pericolosa, da cui prendere le distanze. Oppure no: perché è comunque utile provare a ridisegnare le metafore visive della nostra esperienza di elettori passivi e sondaggiati. Non vi hanno ancora chiamato a casa per chiedervi che voto dareste ai leader prossimi al gioco elettorale? Non siete una di quelle famiglie che decidono, accendendo il tubo catodico, gli share delle arringhe politiche? Neanche noi. Non abbiamo luogo in cui esprimere la chiara sensazione di nausea che ci pervade nei giorni preelettorali in cui dovremmo massimamente sentirci protagonisti del nostro destino, e in cui invece sempre più ci sentiamo semplicemente bestiame voyeristico da sguardo.

I manifesti elettorali hanno invaso già prima dell’apertura della campagna le nostre strade: visi non proprio fotogenici fissano un vuoto futuro e non ci guardano negli occhi. Ancora pochi anni fa, negli anni ’80, gli allora partiti della sinistra rifuggivano dall’utilizzo dei visi dei candidati. La personificazione della politica era considerata un male, veniva prima l’idea. Erano comparsi manifesti con volti di dirigenti, ma già morti (Berlinguer, ovviamente). Ma i manifesti si sforzavano di comunicare quali erano le parole chiave e i simboli. Ora si fatica a distinguere, anche a livello grafico, le differenze comunicative. Le parti sono scese in campo utilizzando lo stesso dizionario, giocando sui punti e virgola e la punteggiatura, sulla posizione predicativa dell’oggetto…Sembra veramente l’errore compiuto dai democratici americani nell’ultima competizione, e tutti ricordiamo come è andata a finire. Si gioca sullo stesso terreno della controparte: sicurezza, garanzie, legalità, sgravi fiscali e doni ai cittadini. Non pensiamo per questo che essi siano uguali, eppure crediamo che almeno un altro dizionario sia possibile.

Non sembra possibile invece un ricambio della classe dirigente. I delfini e le balene delle liste elettorali non sono cambiati, malgrado in questi anni in Italia e nel mondo ci sia stato un movimento che ha cambiato le geografie dei temi discussi e che ha messo in campo reti internazionali di pensiero e di sperimentazione politica. In Italia essi vengono denigrati come semplici utopisti (quando va bene) oppure sovvertitori del sistema (più comune direi): eppure in altri Paesi, come il Brasile o il Venezuela, in parte la stessa India, le tematiche e le modalità di gestione delle emergenze economiche, politiche e ambientali, sono affrontate utilizzando le parole guida e il laboratorio di idee che questi movimenti hanno messo in campo, con risultati molto interessanti. Nel Belpaese i pensatori che a questo movimento fanno capo sono invitati nei salotti bene della cultura diffusa, ma i locali che ad essi si rifanno non sono fatti entrare nel giardino della politica. Peccato! Almeno volevamo qualche faccia nuova sui poster ed anche qualche idea coraggiosa.

Il coraggio è pertanto la qualità che sembra maggiormente mancare: tutto è virato a garantire, rassicurare, un plotone di addetti che ci danno pacche sulle spalle.

Questo non ci distoglie dal volere fortemente che i rassicuratori vincano, perché preferiamo onesti amministratori poco coraggiosi, a spericolati bucanieri che a malapena saprebbero guidare un Ciao e invece si candidano alla guida del Panfilo politico nostrano.

Le armi che a noi paiono ragionevoli e deputate sono la matita e il cervello, per quanto le sinapsi a volte calino da mancanza di stimolazione: non vogliamo costituire un gruppo di satira militante, né essere il grillo parlante che attraverso il sarcasmo dissacra e allo stesso tempo autorizza. Non è nei nostri cromosomi, né ci sembra la modalità più significativa al momento. Al voto! Al voto! Sarà un luogo in cui il fumetto in presa diretta come un registratore soggettivo permetterà di raccontare storie, testimoniare i bocconi di realtà che ingurgitiamo, in modo narrativo. Una forma di reportage collettivo o diario visionario degli appassionanti giorni prima delle elezioni, con una piccola propaggine sul post: speriamo di non dovere piangere amaramente, ma trovarci semplicemente a tirare un respiro di sollievo. Nella seconda delle ipotesi, il nostro intento è di non cadere nel silenzio acritico e imbavagliato che aveva caratterizzato la sinistra nel breve periodo governativo.


Sketchblog di:
Gianluca Costantini,
Pierluca Galvan
Tuono Pettinato,
Andrea Malis,
AlePOP,
Maurizio Ribichini
David Vecchiato
Licia Viero
Milena Zanotelli


Un progetto di: inguinemah!gazine, agitPOP, Altervox e Asinochilegge