La galleria Miomao ospita una nuova tappa del progetto “Political Comics” di Gianluca Costantini (1971), poliedrico fumettista ravennate e coordinatore del festival Komikazen.
L’Algeria e il suo sangue: protagonisti, luoghi, eventi fissati in quadri di parole e immagini, in cui l’immediatezza telegrafica del segno e la linea decorativa del lettering si sposano nell’immediatezza, emotiva e giornalistica, della notizia figurata.
Un importante capitolo della nostra storia, della storia di tutti, è prosciugato in linee guizzanti bruciate nel campo bianco della pagina, in frasi che trattengono, nella concisione dell’epigramma, nuclei di verità altrimenti dispersi.
Tra poesia e giornalismo. Ma in sequenza: un altro modo di pensare il fumetto, di guardare la storia.
Da dentro.
- DOVE
Galleria Miomao, c.so Cavour, 120, Perugia
www.miomao.net
- QUANDO
da martedì a sabato, ore 15-20
- INFO
347 7831708 / info@miomao.net
- CATALOGO disponibile in galleria
- Per l’occasione, l’artista ha realizzato una serigrafia a tiratura limitata (n. 3 della collana “Sequenze” della galleria Miomao)
- DICONO DEL PROGETTO
“Che cosa succede alle immagini quando passa il tempo? È sull’effetto dello scorrere del tempo che Costantini si interroga indirettamente, rifacendo con tratto sintetico le foto del conflitto d’Algeria.
L’Algeria si costruì con le parole, con il sangue di cui al titolo, ma anche con la truffa, il boicottaggio, i così vituperati bombaroli che anche allora erano donne, a volte attrici note, altre volte semplici studentesse. Chiunque poteva diventare un terrorista o un futuro eroe della patria. Chi legge poi la Storia? L’etichetta dell’azione cambia con il mutare delle stagioni. E quello che venne poi è Storia per pochi.
Costantini gioca spesso in modo casuale e non filologico con la Storia, usa un metodo Burroughsiano nello scegliere le parole, cioè non le sceglie, ma esse si poggiano con la dura legge del caso sul foglio. Hanno la forza dell’essere vere, ma allo stesso tempo, essendo decontestualizzate e senza cornice, denunciano il loro essere plastilina nelle mani di chi le usa. E del tempo.”
Presentazione di Elettra Stamboulis
“Parlando del lavoro di Joe Sacco (Palestina), Art Spiegelman disse: “in un mondo dove Photoshop non permette più di distinguere il fotografo dal bugiardo, permettiamo agli artisti di ritornare alla loro funzione iniziale: il reportage”.
Gianluca Costantini in questa serie di disegni fa di più. Molto di più. Trasforma le foto, il “reportage fotografico”, attraverso un lavoro di memoria e di reinvenzione e riscrive i disegni tracciando delle didascalie che sono parte integrante del disegno stesso, in un motto di ribellione contro il verbo “leggere” applicato al fumetto. Fa scoppiare le nuvolette e ci fa entrare nella storia a lungo occultata della guerra di liberazione algerina, con sequenze al confine fra il fumetto inteso come tracciato dai contorni netti, la miniatura nella non-riconoscibilità-riconoscibilità dei personaggi, la calligrafia, arte islamica per eccellenza e l’omogeneità delle icone dell’arte sacra.”
Tahar Lamri, dall’introduzione del catalogo “Sangue in Algeria”
L’ARTISTA
Gianluca Costantini (1971) vive e lavora a Ravenna. Figura di artista eclettico e impegnato inedita nel panorama italiano, è anche curatore di mostre (con l’associazione Mirada ha curato, tre le altre, le esposizioni di Joe Sacco e Marjane Satrapi e il Festival Komikazen) e direttore artistico di riviste (“InguineMAH!gazine”) e collane editoriali (“Illustorie” di Fernandel). Collabora con L’Associazione Kufia per il progetto «100 disegnatori per la Palestina». Pubblica i suoi fumetti su “Hardcomics” (Romania), “Babel” (Grecia) e “WW3” (Stati Uniti).
Tutta la sua produzione è visibile sul suo sito personale (www.gianlucacostantini.com) e sul blog del progetto politicalcomic (politicalcomic.blogspot.com).