* Dom Bartolo: Se torno indietro con la mente, alla nascita di INfront, penso che si sia trattato di un lavoro lungo e non poco difficoltoso. Ma allo stesso tempo ritengo anche che sia cresciuto in modo del tutto naturale. Justin è la persona che ha messo in moto il tutto. Se non ricordo male, c’era una discussione su una spiaggia di Sidney...era il 1998 o 1999...e lui parlava con degli amici a proposito della nozione di community. L'altra cosa che so è che Justin me ne parlò poi in un'altra occasione. Rimanendo nel vago, pur mantenendo una certa tensione positiva nei suoi discorsi. Naturalmente, non avevo assolutamente idea di cosa fosse o cosa sarebbe potuta essere questa ipotetica community, perché nessuno di noi aveva avuto una simile esperienza diretta in precedenza. Abbiamo iniziato, semplicemente. All'inizio e nella pratica questa community era rappresentata da una mailing list. Justin ne era il gestore. Aveva messo assieme una serie di persone ed aveva iniziato a far girare le cose. Così. Un gruppo di persone connesse. Una serie di teste in relazione tra di loro, a discutere di tutto ciò che riguardasse il design. Scambio di links, di cose che ritenevamo interessanti, ma anche di momenti che alle volte avevano a che fare con la noia o la frustrazione. Parole...immagini...idee...si trattava giusto di una questione di tempo prima che questo gruppo acquisisse una propria denominazione. Il nome “Australian INfront” è stato coniato da Justin nella preparazione di un testo per il Design 99 conference. All'interno di questo scritto, esponeva ciò che stavamo facendo in relazione al come stessimo rapportandoci tra di noi e nel formare una nuova community. In pratica, il Manifesto di INfront, che potete tuttora trovare sul nostro sito, il quale ha tracciato le linee-guida del nostro lavoro in tutti questi anni. Non ricordo a che punta della storia, ma ad un certo momento abbiamo sentito la necessità di avere un luogo, appunto un sito web. Abbiamo ragionato sulla sua costruzione, abbiamo socializzato idee e l'abbiamo realizzato. Volevamo essere ascoltati. Non appena lanciato, il sito ha riscontrato immediatamente un buon supporto generale.
* Justin Fox: Dom ha risposto molto bene alla vostra domanda! Se faccio anche io il gioco di tornare indietro con la memoria, al 1999, molti (a dir la verità eravamo pochi) si sentivano sulla stessa barca. Eramo tutti carichi rispetto al mondo del design, del come internet fosse uno strumento libero ed aperto per la realizzazione della propria espressione e di lavoro a base di sperimentazione. Sapevamo che c'era parecchia gente interessante in giro per l'Australia, ma non sapevamo in che modo scovarla e fare lavoro di networking con essa. Abbiamo provato a gridare ad alta voce, e le cose si sono sviluppate per conto loro (parabola!).
Alcuni di noi hanno avuto modo di condividere con Domenico Bartolo e Samuel Saffron, tra gli altri, la due giorni di PUN (giugno 2003), iniziativa cross-media promossa dal Piccolo Network e CSOA Cox18 e riguardante censura e controllo in tempo di guerra (in Iraq prima di tutto, ma non solo). Attraverso questa iniziativa, ci siamo proposti di attivare un lavoro approfondito e trasversale inerente il tema di cui sopra, attraverso scambi, ragionamenti ed esperienze comuni con altri collettivi che, nel loro specifico, si stanno movendo su questi temi. Vengo alla domanda: INFront ha sempre portato avanti contenuti che non fossero fini a se stessi ma che fossero vivi e attivi nel loro contesto. Qual'è la situazione attuale in Australia da questo punto di vista, considerando anche che il governo australiano (esattamente come quello italiano) è partecipe diretto in Iraq? Quali sono i progetti che avete condotto o avete in cantiere a questo proposito?
* Dom Bartolo: Come molte persone in giro per il mondo, la stragrande maggioranza degli australiani, è rimasta in silenzio di fronte alle celebrazioni delle ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA o della GUERRA CONTRO IL TERRORISMO. C'è veramente pochissima possibilità di scelta quando televisione, radio e giornali ti dicono in che modo pensare. Non posso neanche affermare che la gente qui pensi. L'unica voce in un paese che possa parlare è rappresentata dai MEDIA. È l'unica cosa che può essere ascoltata. È assordante. Satura. Vero, siamo vicini ai milioni di australiani che hanno marciato dicendo NO ALLA GUERRA! Ma naturalmente l'unica cosa che si è potuta sentire è stato il tono sommerso del procedere della guerra, pompato al massimo del volume, lungo tutte le strade e dentro le nostre case. Per questo INfront, esattamente come altri strumenti della comunicazione, è così importante. Perché possiamo contribuire attraverso una VOCE alternativa. Possiamo mettere sul piatto opinioni e ragionamenti che sono completamente differenti rispetto a quelli promulgati dal mainstream. Le opinioni che circolano tra le nostre famiglie, amici e nella nostra community. Le opinioni che noi riteniamo siano giuste e corrette. Al momento, ci stiamo focalizzando sul da farsi. Tutto ciò che facciamo è una reazione. Quando accade qualcosa, noi reagiamo. Sarebbe bello iniziare a lavorare prima che sia troppo tardi. Mi piacerebbe molto fare una mostra, simile a quella presentata durante PUN. La guerra in Iraq non è affatto finita. Troppe persone stanno morendo. Mi piacerebbe che fossero le persone a sollevarsi.
Refugee è stata, a mio avviso, una iniziativa, da voi svolta diversi mesi fa, molto molto importante. Vorreste ripercorrerne la genesi fino alla sua messa in opera, con partecipazioni e reazioni annesse/connesse?
* Dom Bartolo: Dal lancio di Visual Response, l'attenzione dei media si è legata all'uscita di REFUGE. Tutta una serie di fatti orribili stavano venendo a galla. Era un periodo pesissimo per tutti quei rifugiati che arrivavano in Australia. Personalmente ero oltraggiato. Questa cosa mi tirava completamente matto. Per questo ho voluto fare qualcosa di concreto contro tutto ciò. Quale termine migliore per il nostro Visual Response se non REFUGEE? Rispetto alla solita prassi della pubblicazione online, per questo VR abbiamo anche deciso di stampare i 50 migliori lavori inviatici, per la messa in onda di una mostra a Sidney, mezzo questo per arrivare ad allargare ulteriormente il lavoro dietro al progetto. Quindi, abbiamo deciso di donare tutti lavori al Museum of Contemporary Art di Sidney, in modo tale che si potesse mantenere una mostra permanente. Per tutti quelli che leggono e che non ne sono a conoscenza, Visual Response è il progetto seguito da INfront che invita le persone a produrre lavori grafici a partire dal richiamo di una parola. Il goal del progetto è sempre stato l'esplorare idee visive e lo sperimentare con gli strumenti propri della comunicazione visiva. REFUGEE ha cambiato questo approccio. Per la prima volta, Visual Response è entrato nella sfera della politica. I lavori presentati sono stati a dir poco eccezionali. Questa esperienza mi ha dato la reale conferma di come le persone possano avere una voce ed una propria opinione rispetto a ciò che sta succedendo. E che INfront può essere assolutamente un ottimo strumento attraverso cui veicolare questo tipo di contenuti.
* Justin Fox: Ero abbastanza preoccupato nell'utilizzare un termine con REFUGEE per una nuova uscita di Visual Response ma Dom, ancora una volta, è riuscito ad alzare il livello di INfront. Il risultato alla fine è stato veramente ottimo. Secondo la mia opinione, al momento rimane il migliore Visual Response ospitato su INfront.
Parlavamo di progetti. "Visual Response", "Visual Dialogue" e "Flash Response sono i tre principali progetti di INFront, il primo dei quali è stato lanciato il 29/07/1999. A distanza di 4 anni quali sono le somme che si possono tirare?
* Dom Bartolo: Siamo tutti quanti molto orgogliosi del lavoro svolto in questi 4 anni. È un tributo a tutte quelle persone che hanno supportato INfront semplicemente passandoci sopra un po' del loro tempo, e non soltanto rispetto a chi ha invece materialmente contribuito al sito stesso. Abbiamo fatto molto ma sappiamo che c'è ancora parecchio lavoro da fare. Questo è per noi un momento particolarmente importante: stiamo preparando una terza versione. Abbiamo già avuto una “rinascita”. E penso sia giusto dire che siamo pronti, ora, ad un nuovo “rinascimento”.
* Justin Fox: E' bello vedere come si è evoluto il progetto. Visual Response è veramente cresciuto attraverso REFUGEE. Visual Dialogue continua a mantenersi vivo ed è una delle voci principali del nostro Forum. Chiunque ha la possibilità di accedere al Forum ed attivare un Visual Dialogue con più persone. Questo è ciò che succede, 24 ore al giorno. E, come ha detto Dom, siamo pronti per spingere noi stessi in nuove direzioni. Questo è l'anno giusto per farlo.
Un'altra delle voci, sicuramente importante, è quella relativa alla presentazione di artisti, designers ed autori australiani ("Individuals"), per altro rilanciata da poco. Un osservatorio su autori e artisti a 360 gradi. Che cosa potete raccontarci della scena australiana, sia a livello di singoli che come nascita/sviluppo/crescita di collettivi?
* Dom Bartolo: La scena australiana del design è forte ed ampia. Ci sono molto corsi medi ed universitari che stanno spingendo una serie di ottimi giovani talenti. Alimentano la scena su una base costante, con nuovi individui che emergono ogni anno. La cosa interessante è che un buon numero di designers stranieri sta cercando di vivere e lavorare in Australia. Chiaramente non abbiamo solo splendide spiagge o una atmosfera rilassata, ci sono anche ottime aziende all'interno delle quali i grafici aspirano a lavorare.
* Justin Fox: Da parecchio stiamo cercando di promuove il design australiano al resto del mondo attraverso INfront. Siamo sulla mappa, questo è sicuro oggi come oggi. Il nuovo obiettivo deve essere quello di spingere affinché i grafici australiani credano nei loro mezzi e nelle loro possibilità.
* David Johnson: Inizialmente questa sezione era ricoperta da persone con le quali avevamo in qualche modo un rapporto di conoscenza diretta. Da un certo punto in poi invece abbiamo pensato di inserire anche persone, ovviamente legate al mondo della creatività, ma che non necessariamente avessero a che fare con INfront o con la sua filosofia. Persone che poi, sono rimaste sempre positivamente colpite dal lavoro che sta alla base di INfront.
C'è, a mio avviso, una sezione centrale del sito web di INFront, il Forum (quasi 1.400 utenti, oltre 4.000 threads e più di 49.000 posts), che però vorrei far rientrare in un discorso più ampio. Vorrei qui aprire infatti la questione, anzi le questioni community/networking. Due strumenti necessari nella socializzazione dei lavori e dei saperi e della relativa crescita sia sul piano individuale che collettivo. Se posso permettermi di mettere sul tavolo una mia impressione a proposito di ciò che accade qui da noi in Italia, posso dire che negli ultimi due anni è stato fatto molto lavoro in questo senso, con alterne fortune, ma - nota positiva - in modo continuativo. Un lavoro che tuttora viene portato avanti da diverse realtà. Come si pone INFront tra community e networking? Quali sono, nello specifico, le cose fatte nell'ultimo periodo? Potendo fare un resoconto "storico" degli ultimi anni, cosa si è attivato in Australia in questo senso? In che modo incidono le conferenze a cui, se non sbaglio, alcuni membri di INFront (Dom Bartolo in testa) vengono spesso invitati a tenere? Esistono rapporti di interscambio con collettivi europei?
* Dom Bartolo: La cosa più importante per quanto riguarda una community è trovare momenti, offline, in cui le persone possano incontrarsi, relazionarsi dal vivo. Un po' come succede per gli eventi particolari all'interno di ogni famiglia o insieme di amici. Rende il gruppo più forte. La community è un network, e necessita di essere consolidata e sostenuta. INfront spesso organizza questi aperitivi in cui invita le persone a incontrarsi faccia a faccia per discutere. È un aspetto fondamentale. E, oltre a questo, INfront partecipa anche a quelle conferenze in cui la community può generare nuovi spunti per il dibattito generale. Quando ho parlato all'università, nelle scuole oppure in conferenza, ho sempre cercato di legare la community su queste modalità di gestione. Spesso il confronto avviene con soggetti che magari non conoscono INfront ma che con INfront possono avere gli stessi ideali di base. La cosa importante è mantenere questi rapporti con ogni mezzo possibile. Quando una persona si unisce è già ora di incoraggiare una nuova persona a farlo, supportando ogni tipo di esperienza.
* Justin Fox: Il Forum è un posto divertente. Stranamente c'è molta più discussione nei vari off-topic che in qualsiasi altra sezione. Questo mostra come le persone utilizzino il forum in scioltezza, per incontrarsi anche. Ma, ovviamente, ci sono anche molti momenti di dibattito interessante ed approfondito. Stare sul forum è come essere in una grande stanza piena di designers. Si possono sentire porre domande come ad esempio “Quanto potrei chiedere per quel lavoro?” etc. Va da sé che in determinati casi il filo del discorso possa uscire dal seminato e non a caso non amiamo troppo pensare che il Forum sia immagine o rappresenti INfront. È semplicemente uno strumento, tra i tanti, di cui abbiamo dotato il nostro sito.
Scorrendo le biografie di co-fondatori e gestori di INFront e i loro relativi lavori personali, è possibile costatare, a livello di approccio comunicativo, percorsi e stili differenti. Broadcasting, stampa, flash, illustrazione, programmazione...come coniugate tutti questi imput all'interno di INFront?
* Dom Bartolo: E quello che succede. Alle volte no però. Non è facile "regolarizzare" in questo senso INfront. Alcune cose riescono, altre meno. Sappiamo molto bene che ognuno di noi ha conoscenze specifiche che gli altri del collettivo non hanno, come cerchiamo sempre di spingere in senso collettivo, socializzando i saperi, in modo tale che ognuno di noi possa acquisire nuove nozioni e nuove tecniche.
* David Johnson: Penso che ci sia un fantastico bilanciamento di conoscenze all'interno di INfront, che ci sta permettendo di uscire attraverso tutte le forme proprie della comunicazione come ad esempio il broadcast, la stampa e la presenza online.
Parliamo di influenze. A tutto tondo, quindi non necessariamente legate al mondo della grafica. Vorrei sapere da ognuno di voi almeno un nome che ritenete sia stato importante nella vostra crescita o che vi accompagna nel vostro quotidiano lavoro.
* Dom Bartolo: Non ogni giornata ha a che fare con l’ispirazione. E quei giorni nei quali invece essa è presente, lo è per tanti motivi e porta certamente tanti differenti nomi. Ecco qualcuno che mi sento di citare: Paul Thomas Anderson, Steven Soderbergh, Darren Aronofsky, John Pilger, Michael Moore, Olafur Eliasson.
* Matthew Willis: Francis Chan, Arnaud Mercer, Belinda Bennetts, Deborah McNimara.
* Justin Fox: Sydney, Australia, la mia famiglia, gli amici, gli hobbies e me stesso.
* David Johnson: Studiare mi ispira, se smettessi di studiare smetterei anche di seguire tutte queste cose. Er quanto mi riguarda, sono particolarmente legato a H.R. Giger, Alex Grey, Ruth Collins, e Maya Deren. Per quanto riguarda invece sviluppo e programmazione, l'australiano Glen Murphy mi ha vermante colpito con i suoi nuovi progetti.
Visto che sono io che sto ponendo le domande, non me ne vogliano gli altri della crew di D(R, che generi di musica girano all'interno di INFront? Come sono le scene elettronica ed hip-hop in Australia? Gruppi, djs, riviste, altro che vi sentite di consigliare?
* Dom Bartolo: Abbiamo tutti quanti gusti differenti. In questo momento sto ascoltando Prefuse, David Gray e Radiohead.
* Matthew Willis: Sigur Ros, Boards of Canada, Yo la tango, Art of Fighting, Augie March, Telemetry Orchestra, Nick Drake.
* Justin Fox: Sono un musicista, suono la chitarra e il mio background è grunge/rock ma sono totalmente coinvolto dalla musica breack breats, elettronica e hip-hop. La scena è bella grande da queste parti. Prendi in mano uno dei vari giornali che puoi trovare per strada e vedrai che ci sono un sacco di cose da fare qui a Sidney.
* David Johnson: Sono un metal boy, lo sono sempre stato e lo sarò sempre. Ma ho un certo ascolto legato soprattutto alla scena ambient/elettronica e a gruppi come Autechre, Dead Can Dance, Frente! ma anche Ella Fitzgerald. Bizzarro!
Net-Art e gallerie. Com'è il rapporto, quali sono le possibilità di esporre, vi è interesse in questo senso, quali sbocchi?
* Dom Bartolo: In Australia sono stati fatti diversi tentativi per portare la net-art all’interno delle gallerie. Recentemente, una di queste, con sede a Melbourne, Baselocation, ha costruito una fantastica esibizione benefit, supportando, con la vendita dei lavori, una associazione in difesa delle donne maltrattate. Ho trovato molto importante questa iniziativa. Justin vi ha partecipato e ha portato il suo contributo. Tanto di cappello a Jade Palmer, la persona che cura questo progetto.
* Justin Fox: Questo di Baselocation è stato veramente un grande progetto! Jade Palmer ha un cuore enorme. Molta gente ha iniziato a stampare lavori digitali su tela. Sta cosa non mi piace affatto! Posso capire ed accettare chi utilizza il digitale come uno tra gli elementi che possono andare a completare un lavoro su tela; tuttavia, a questo strumento dovrebbero essere associati altri interventi “a mano”, diretti, con l'utilizzo di pittura o china. Non è possibile chiamare o rispettare questo tipo di operazioni. Qualcosa che non farò mai.
* David Johnson: Ritengo che, esattamente come per la tecnologia, anche per l'arte digitale non vi potranno essere confini composti da internet o da una stampa digitale in formato A4 dentro una galleria. Nel 2004 mi piacerebbe che INfront portasse mostre ed esibizioni all'aria aperta, in luoghi strani, cespugli, nelle strade di periferia, a Bondi Beach, contro i palazzoni delle città, sui mezzi di trasporto pubblici, contro un cielo nuvoloso. Esistono tante possibilità per riuscire a raggiungere un vasto pubblico, più legato al mainstream.
Per quanto concerne il lato corporate, il mercato australiano gioca al ribasso o al rialzo? Come ritenete il livello medio delle agenzie che sono presenti sul mercato? Vi è una concentrazione del mercato del lavoro nelle città più importanti (Sidney, Melbourne,...) oppure anche le città minori hanno la possibilità di entrare nel "gioco"? Qual'è la legislatura contrattuale più diffusa per i dipendenti delle agenzie di comunicazione?
* Justn Fox: Sono sempre stato molto dentro al mercato del corporate design a Sidney. Ho aperto una mia attività e per lungo tempo abbiamo semplicemente collaborato con le più grosse agenzie. Molte di queste poi sono sparite. Penso a grandi agenzie come le istituzioni. Ce ne sono molte, ma soltanto in poche ricordano l'importanza del design, mentre la stragrande maggioranza preferisce limitarsi al fare soldi e basta. Sono le piccole agenzie che stanno spingendo i lavori migliori, come del resto capita di solito.
* David Johnson: Piccole agenzie come Reactive, Deepend, The Revolution, Syrup, e DT Design hanno prodotto ottime cose, e il loro standard lavorativo, la loro passione, non è mai stata compromessa a dispetto delle crisi economiche o più nello specifico di quelle del settore o di fronte alle grandi agenzie. Consolidare e stare in grande sono stati i due fattori principali del 2003, e i clienti non sono rimasti colpiti da ciò che hanno visto. Il 2004 sarà l'anno dello studio e degli appalti, sicuramente.
Come pensate andrà a modificarsi lo stato della comunicazione nel prossimo futuro? Ritenete che internet potrà rimanere un luogo sostanzialmente aperto a chiunque o pensate invece che vi si potrà applicare un livello di controllo non distante da quello che viene applicato offline, su libri, musica, ecc? Qui in Italia ad esempio negli ultimi due anni sono state intensificate le leggi relative al "diritto d'autore", o almeno così vorrebbero farci credere (rispetto al "diritto d'autore" e non tanto alle leggi specifiche che viceversa vengono applicate con una certa dovizia). Senza contare ovviamente le tante forme di censura più o meno velate che vanno a colpire piccole esperienze indipendenti. In realtà il piano su cui si gioca questa battaglia è certamente quello degli strumenti di conoscenza.
* Dom Bartolo: La rivoluzione non sarà televisiva. Ma Potrebbe essere online. Nessuno può avere il controllo su internet.
* Justin Fox: Stiamo comunicando più facilmente ora e le cose vanno ad integrarsi sempre più. Telefonia, fotografia, musica, video, messaggi, internet, tv. L’unica cosa per cui dovremmo preoccuparci è lo spam. Una vera violazione della privacy.
* David Johnson: Internet come tecnologia di base non potrà mai essere messa sotto controllo, mentre lo potrebbe essere tutto l’impianto contenutistico. Esattamente com’è, in questo senso, il piano della informazione e della stampa. Piccoli ed indipendenti providers verranno acquisiti da corporazioni come la Fox e AOL Time Warner, i quali polarizzeranno in dosi sempre più massicce l’opinione pubblica tralasciando la verità. Ma come sempre, è possibile produrre servizi senza bisogno di preventivi di milioni di dollari, in modo tale da poter supportare la speranza di libertà di parola e percorsi alternativi.
Cosa ci riserveranno i progetti futuri di INFront?
* Dom Bartolo: INfront è sempre stato una grande sfida personale. Che cosa ci riserverà il futuro? Domande, e possibili risposte. Questa è la sfida. Porsi le domande e cercare le risposte.
* Justin Fox: Chi può dire qualche cosa del futuro? Partiamo col ri-disegnare il sito. Sarà più chiaro, sicuramente più usabile. Rompiamo le regole, creiamo progetti interessanti. Portiamo INfront fuori dal monitor del computer. Abbiamo un sacco di ambizioni!
* David Johnson: Abbiamo parecchi progetti in cantiere e sì, dobbiamo portare sicuramente INfront in situazioni off-line. Per fortuna ci sono sovvenzioni per chi si muove nel mondo dell’arte in questo paese, e in modo particolare da dove provengo io (Victoria) ; avremo modo di creare qualche cosa di interessante.