UN PROGETTO DI ELIA SCANAVINI (FOTO) E DAVIDE LONGFILS (PAROLE)
Pubblichiamo un featuring anomalo: non un autore/artista ma un progetto. Un progetto che si compone di brevi
narrazioni itineranti, che hanno come luogo deputato e contesto significante il fiume Po, nella zona della bassa
mantovana. Racconti che poggiano su un tessuto fatto di foto e parole che procedono parallelamente, alla pari. Non a
caso, uno dei nodi che questa ricerca tenta di sciogliere è "di porre sullo stesso piano immagini e parole, che
raccontano e lasciano intuire, concedono ampi spazi a suggestioni e libere interpretazioni sui messaggi ritratti; la
comprensione non è 'finita' dai bordi dell'immagine, tenta sempre di uscire. L'accostamento della poesia all'immagine,
mai affrontato in modo didascalico, è una scommessa giocata sull'importanza delle parole. Le parole dissuadono
dall'appagarsi della sola visione delle immagini, ma spingono oltre lungo la corrente. L'uso concatenato di 17 'tanka' e
di 17 'haiku' (entrambi componimenti poetici di origine giapponese) è una sorta di omaggio alla poesia nipponica
dedicata alla Natura e al fluire delle Stagioni e contemporaneamente una forzatura della stessa verso la creazione di
un unico testo, più lungo. Un testo che diventa un percorso fisico e metafisico, terreno e spirituale, così come il
"grande fiume" rappresenta una risorsa vera e propria per i territori che attraversa e allo stesso tempo li connota in
una maniera simbolica e invisibile."
Una passeggiata. "Un percorso sull'alveo del fiume, alla ricerca di quegli elementi che caratterizzano la vita e la morte
nel corso d'acqua, nel perpetuo scorrere."
"Forse altrove" sarà in mostra dal 29 Giugno al 7 Luglio 2007 presso la Cà di Pom a San Giacomo delle Segnate (Mn). Nella serata del 29 la visione della mostra sarà accompagnata dalla sonorizzazione della Compagnia D'Arte Drummatica.
INTERVISTA DI MAX BOSCHINI A ELIA SCANAVINI
Come nasce l'esigenza di realizzare un lavoro dedicato al grande fiume?
Come nasce l'acqua dalla sorgente? Non so rispondere. Il rapporto tra me e il territorio che abito è ancora in costante evoluzione, più divento grande e più matura. Non so come sia nato questo legame, ma per me ha una importanza talmente grande da essere di difficile interpretazione. La fotografia è uno strumento di codifica della realtà, la interpreta a suo modo, e te la ripropone sotto una luce diversa. A tavolino la studi.
Mi intriga conoscere la genesi del processo creativo, cosa ti ha spinto ad organizzare il tutto, ad imbracciare la macchina fotografica e ad uscire. Il caso? Un esigenza inespressa di testimoniare la salute del fiume? L'amore per il Po e la tua terra? Dimmi tutto...
Ho bisogno di fotografare, il fiume in questo caso, perchè la realtà circostante è intrisa di stimoli che non riesco ad afferrare, non ne ho il tempo, non sono capace. Gli scatti proposti sono una selezione di 10 anni di fiume; un sacco di camminate e perlustrazioni tra argini e golene alla ricerca di risposte. Qualcuna buona e qualche altra cattiva. Forse la salute del fiume è da annoverare tra le risposte cattive? Forse si, è uno dei messaggi che può passare. Ma io sono convinto che se c'è una giustizia a questo mondo (come la vita del fiume è fatta di piene e secche) presto la natura si riprenderà ciò che le abbiamo sottratto.
Perchè un progetto a quattro mani? Hai fin da subito pensato che solo le immagini potessero non rendere a pieno ciò che avevi in testa?
Dall'amicizia in primis e successivamente dalle rispettive pulsioni artistiche nel campo della poesia e della fotografia, è nato questo percorso di immagini e parole. Un viaggio nell'alveo del fiume, alla ricerca di quegli elementi che caratterizzano la vita e la morte nel corso d'acqua, nel perpetuo scorrere. La necessità di questa esperienza artistica nasce, inoltre, dalla volontà di porre sullo stesso piano immagini e parole, che raccontano e lasciano intuire, concedono ampi spazi a suggestioni e libere interpretazioni sui messaggi ritratti; la comprensione non è 'finita' dai bordi dell'immagine, tenta sempre di uscire. L'accostamento della poesia all'immagine, mai affrontato in modo didascalico, è una scommessa giocata sull'importanza delle parole. Le parole dissuadono dall'appagarsi della sola visione delle immagini ma spingono oltre lungo la corrente.
Il progetto nasce con l'obiettivo di porre sullo stesso piano immagini eparole. Pensi che il risultato sia stato raggiunto?
L'uso concatenato di 17 "tanka" e di 17 "haiku" (entrambi componimenti poetici di origine giapponese) è una sorta di omaggio alla poesia nipponica dedicata alla Natura e al fluire delle Stagioni e contemporaneamente una forzatura della stessa verso la creazione di un unico testo, più lungo. Davide ha tentato di creare un testo che fosse un percorso fisico e metafisico, terreno e spirituale, così come il "grande fiume" rappresenta una risorsa vera e propria per i territori che attraversa e allo stesso tempo li connota in una maniera simbolica e invisibile. Un tandem si crea tra gli scatti e la metrica: nella stessa direzione come gli argini che contengono l'alveo del fiume. Raramente paralleli ma entrambi indispensabili. Non so dirti come "arrivi" questo accostamento dolce e ruvido al tempo stesso, forse, ciò che più importa, è che ha riempito di soddisfazione me e Davide.
MAX
BOSCHINI LEGGE ELIA SCANAVINI
(progetto in 34 immagini)
Si parla sempre più spesso del Po come di un malato cronico. Questa foto mi
ha subito spinto oltre, ad immaginare il grande fiume come ad un morto il
cui il funerale è già stato fatto. Anche l'ultima delle prefiche, dopo
averne decantato vizi e virtù, abbandona la poltrona sulla quale stava
seduta e se ne va. La poltrona resta, a testimoniare un passato ricco di
fasti ed un presente tutto da dimenticare.
Questa è stata la foto che più ha stimolato la parte del mio cervello
deputata alla memoria e al ricordo. Ricordo un tempo in cui, da bambino, ci
si recava tutti lungo il corso del Po, per fare le classiche scampagnate. Si
portavano il pallone, le seggoline ripiegabili, i giocattoli, si mangiavano
i panini col salame e le pesche. Si correva, ci si riposava sulle stuoie e
poi si correva di nuovo. Mi piace pensare di aver dimenticato qualcosa di
quei giorni sulla riva del fiume. Mi piace pensare che tu abbia fotografato
le mie dimenticanze, in modo che guardando questo scatto non possa fare
altro che tornare a ricordare.
Inutile negare, ho una certa deformazione per quanto riguarda le cascine
abbandonate della Pianura Padana. Appena ho visto questo scatto ho messo in
moto gli ingranaggi e un tot di domande sono emerse: "Dove sarà? Chi
l'abitava? C'è qualcuno che può raccontarmi aneddoti avvenuti qui?". Una
fotografia può raccontare molto ma anche mostrare solo la minima parte di un
mondo a noi sconosciuto.
Ho controllato di non essere io. Molte volte mi sono recato sulle rive del
Po, per fare foto o per leggere un qualcosa. Questo non ha ne la fotocamera
ne un libro tra le mani. Però potrei comunque identificarmi con questo
sparuto visitatore, perchè tranne quando si arrabbia, il fiume mette
tranquillità. Al suo cospetto diventi piccolo, insignificante, potresti
essere tutti e nessuno.
Pazzesco, ho subito cercato di capire se le papere fossero vive o semplici
richiami per cacciatori. Ho sempre amato questi volatili, tanto che in più
occasioni ho cercato anche di portarmene a casa un esemplare. Da bambino
ricordo che mia mamma mi comprò due pulcini, che poi scoprimmo essere due
galli. Ad un certo punto sparirono. Spero non siano finiti nel forno ma che
siano venuti a passare la loro vecchiaia sulle rive del Po, in compagnia
magari di quest'altri pennuti fotografati da Elia. Mi chiedo ora: e se
questa barca fosse quella di Caronte? E se trasportasse non solo anime umane
ma anche animali?
Mamma mia, eccolo qui Caronte. La mitologia lo descrive come un uomo vecchio
e magro con i capelli bianchi e la barba lunga e incolta...
GLI AUTORI
ELIA SCANAVINI, nasce a Milano nel 1976, si avvicina
al fiume trasferendosi a Quingentole (Mn) nel 1979.
Ha conseguito nel 2003 un Diploma di Laurea in "Edilizia e Restauro" presso il Politecnico di Milano.
La fotografie è, per Elia, uno dei mezzi per raccontare
la realtà. Con la fotografia ha sempre cercato di
cogliere un frammento del soggetto/oggetto ritratto,
senza avere mai la pretesa di spiegarlo con un'immagine
soltanto. La scultura e la pittura sono ulteriori
valvole di sfogo alle quali l'autore fa riferimento per
sviscerare emozioni e stati d'animo create dal mondo
circostante. La scrittura è per lui fonte di fonte di
rilassamento e sfiato delle emozioni più intime e
riser vate.
A cavallo tra la fine degli anni '90 e i primi anni del
2000 è co-fondatore delle "Officine Fluviali": una
esperienza musicale di ricerca, attraverso i ritmi africani
che riscuote a notevole successo su gran parte
del territorio provinciale ed extra provinciale partecipando
a svariati concorsi e rassegne; vengono incise
e auto prodotte dalla band due raccolte di brani"Officine Fluviali" (Quingentole, 1999) e "Boto ya
care de" (Quingentole, 2000).
La passione e il rispetto che alleva verso il fiume e la
sua gente lo hanno spinto ad orientare questo lavoro
verso di esse, evocandone a suo modo il forte legame
che dura nel tempo e col tempo.
Ha collaborato e collabora con diversi amici che vivono
del mondo della scrittura, della musica e del teatro;
con alcuni di loro ho fondato la Cooperativa"Zerobeat".
Attualmente si è trasferito a Polesine di Pegognaga,
dove vive con la moglie e due figli; rimane legato a
Quingentole attraverso un forte vincolo sentimentale
accompagnato all'attività di amministratore nell'attuale
Giunta Comunale. Dal 2001 è operatore archeologico.
Pubblicazioni, esposizioni e premi
"La vita" e "Finali", racconti brevi, selezionati e inseriti
nelle edizioni 2003 e 2004 della pubblicazione
VERBAMARKET – Vetrina ad uso di giovani scrittori
mantovani, un'iniziativa ideata da Grilliperlatesta /
Avamatta Ass. Culturale con il patrocinio
dell'Assessorato alle Politiche Giovanili della
Provincia di Mantova.
"Perché amministrarli? I giovani vanno vissuti", racconto
breve sul tema politiche giovanili pubblicato
sulla rivista letteraria mantovana "Laciodrom – Buona
strada" ideata da Daniele Bottura, Associazione
Culturale Grilliperlatesta.
"Frammenti, dal csa Kà del Diavolo alle Officine fluviali"
romanzo autobiografico sulla vita di un gruppo
di ragazzi Quingentole (Mn) a cavallo degli anni ‘90,
dove l'autore ha vissuto per 25 anni (Prospettiva
Editrice, 2004, Roma).
Nel 2004 con il racconto dal titolo "Autunno" vince i
terzo premio al IV Concorso IIIMillennio indetto da
Fara Editrice di Rimini.
"Conchiglia - viaggio nell'arte giovanile mantovana"
mostra collettiva ideata dal cantautore Daniele
Goldoni, presenta una scultura in ferro realizzata con
materiale di recupero riassemblato. Partendo dalle
emozioni suscitate dal disco omonimo del cantautore,
gli artisti partecipanti hanno deciso di continuare
questo viaggio con nuove opere e con differenti
modalità espressive. 22-29 Settembre 2002, Casa
dello Studente - Mantova.
"Immagini di Po" concorso e mostra fotografica
indetti dall'Ente Parco della Comunicazione visiva del
Po nell'ambito del I° Festival del cinema, del documentario
e della fotografia del Po (settembre 2003,
Sermide-Mn), vi partecipa con una fotografia in B/N
dal titolo "Andata e ritorno".
"Conchiglia - Materiali per la pace" mostra collettiva
ideata dal cantautore Daniele Goldoni, presenta una
fotografia 1,5 x 1,8 a colori scattata lungo il fiume
Po. Dal macro tema della "pace" gli artisti partecipanti
hanno prodotto con svariate tecniche e differenti
modalità espressive nuove opere. Settembre 2003,
Casa dello Studente – Mantova.
"Tempo, Uomini e Territorio di San Benedetto Po"
concorso e mostra fotografica indetti dal Comune di
San Benedetto Po (2004), vi partecipa con cinque
fotografie in B/N scattate lungo il fiume Po in territorio
sanbenedettino.
DAVIDE LONGFILS nasce a Ostiglia (MN) nell'ospedale
ad un centinaio di metri dal "grande fiume" il 5 gennaio
del 1977. Nel 1995 si trasferisce a Bologna dove
consegue la laurea in Lettere con una tesi in
Psicologia dell'arte.
Il suo percorso artistico attraversa diverse forme di
espressione.
È attore nella compagnia teatrale "Zerobeat" con cui
sta portando in scena lo spettacolo "E.R.O. Camillo
Berneri" dal giugno 2005 (spettacolo presente alla
Biennale di Arte e Anarchia tenutasi alla Sasch Hall di
Firenze nel settembre 2005).
È musicista nel gruppo TZB insieme a Davide
Benedini e Andrea Negrini con i quali ha realizzato le
musiche per "S'abbia", video nato da un'idea dell'artista -
pittore di Ravenna Roberto Pagnani. Operazione
alla quale hanno partecipato anche il poeta Valerio
Fabbri, il regista e video-maker Fabrizio Varesco, lo
scultore Riccardo Bottazzi e gli attori Paola Ravaglia
e Franco Costantini.
È artista-fotografo, disciplina che sperimenta da
diversi anni.
Nel 2004 ha eseguito la foto di copertina
del cd "Meridiani Inquieti" realizzato dal musicista
Giovanni Peresson e dallo scrittore Flavio Soriga.
Tra il 2003 e il 2005 ha collaborato assiduamente,
sempre come fotografo, con l'artista Luca
Francesconi.
Dal luglio del 2005 lavora con la galleria d'arte contemporanea
AMT di Como. Nell'ultimo periodo si è
dedicato ad una serie di disegni a matita che introducono,
in luoghi più o meno noti e riconoscibili, le tessere
del gioco cinese del Mah-jong. Il progetto si
chiama "a kind therapy".
Dal 2002 svolge la professione di archeologo alternandola
a quella di restauratore e insegnante di
Lettere.
Pubblicazioni, esposizioni e premi
"Accademia Teatrale Francesco Campogalliani: un
percorso di regia", saggio sulla compagnia filodrammatica
mantovana ed interviste ad alcuni suoi protagonisti,
scritto con Roberto Pavani, giugno 2006, ed.
Sometti
"Di manto in manto", antologia di giovani poeti mantovani,
marzo 2005, ed. Sometti
"Die for me: racconti di amicizie corrotte"+VHS di
Anna De Manincor, compare il racconto L'ultima lezione
insieme a quelli di Manuel Agnelli, Emidio
Clementi, Riccardo Pedrini, Ivan Carozzi, Jadeline
Gangbo, giugno 2003, ed.Gallo e Calzati.
Segnalato al Premio Giovani Artisti ICEBERG 2000
nella sezione poesia. Per questo motivo alcune poesie
sono state poi pubblicate nel volume "Poesia e
Narrativa" ed. Pendragon, 2000.
"Ombre Tenui", antologia di giovani poeti mantovani,
giugno 1997, ed. Novapress.
Ha pubblicato poesie in: "L'ortica" (Forlì) , " Il
mito"(Nola), "Frontiera"(Modena), Sicilia Libertaria
(Ragusa), "Laciodrom"(Mantova)"CITTA' E NON CITTA'", Contemporanea giovani 4, a
cura di Roberto Borghi, Como-ex-ticosa-spazio a
shed, 5-27 maggio 2006 (dove ha esposto disegni a
matita)
"If you see something…say something", personale
fotografica, AMT Gallery, Como, 14 gennaio - 25
marzo 2006
Nel dicembre 2006 ha ricevuto, con la poesia "E allora
noi ci fermiamo" il III premio alla VI edizione del
concorso nazionale di Poesia di Angiari (VR) patrocinato
dal Comune e dall'Associazione Culturale "I
Ponti".
Nell'ottobre 2004 con "L'uguaglianza introvabile",
eseguito insieme a Davide Benedini, ha vinto il premio
come miglior video nel concorso "Paesaggi della
Biodiversità" (indetto dalla Fondazione Italiana per la
Fotografia e coordinato da Anna Detheridge all'interno della X Biennale Internazionale di Fotografia).
Credit:
Il progetto è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione della Banca Agricola Mantovana.