Beat hippy autonomi punk… Una mostra sulle controculture e i movimenti che, a partire dagli anni Cinquanta, hanno popolato la nostra vita, hanno segnato il tempo e sognato di lasciarselo alle spalle ("Il tempo è un’invenzione degli uomini che non sanno amare"), hanno stravolto il modo di vivere (politica compresa) e tentato di separarsi dalle separazioni per allargare l’area della coscienza e dare l’assalto al cielo.
Una mostra sulla contestazione, sulle lotte e le utopie che hanno caratterizzato un modo nuovo di stare al mondo e di occuparsi del mondo, fondendo la ribellione delle coscienze con la rivolta contro l’esistente.
Immagini, parole e suoni per mettere in risalto la specificità di quei movimenti e l’universalità delle idee che li hanno animati. Per ricordare il senso di estraneità e di contrapposizione allo stato di cose presenti, il confronto/scontro tra "personale" e "politico", l’intrecciarsi tra momenti ludici e momenti luddisti, nella ricerca, tanto ardita quanto irrinunciabile, di una nuova sintesi tra singolare e comune, teoria ed esperienza, memoria e progetto.
Allen Ginsberg, Timothy Leary, Diggers, Fugs, Provos, Kabouter, situazionisti, Living Theatre, William Burroughs, psichedelia, Weathermen, Janis Joplin, "Mondo Beat", capelloni, comontisti, "OZ", "San Francisco Oracle", "Frendz", SDS, Baader-Meinhof, Christiania, Pantere Nere, Pantere Bianche, indiani metropolitani, "A/traverso", "CONTROinformazione", "Differenze", "Fuori!", G.d.C., L’Orda d’Oro, "Puzz", "Re Nudo", "Rosso", "Metropoli", "I Volsci", "Insurrezione", "Senza galere", Soccorso Rosso, Cooperativa Punti rossi, Sex Pistols, Patti Smith, Ranxerox, "Sniffin’ Glue", Dead Kennedys, Helter Skelter, Vidicon, Virus, Crass, "Nero", Lydia Lunch, Officine Schwarz, "Vague", punk e creature affini… La mostra, senz’alcuna pretesa di esaustività e partendo innanzitutto dal vissuto dei suoi curatori Giancarlo Mattia e Marco Philopat, vuole tracciare per grandi linee lo scorrere di anni affollati in cui la complessità delle proposte si coniugava con pratiche di
socializzazione-solidarietà-condivisione-trasversalità.
In quegli anni, dopo la fiammata rivoluzionaria che aveva posto fine al Grande Massacro della Prima Guerra mondiale e riscaldato i quattro angoli del Pianeta (da Mosca a Berlino, dalla Patagonia a Seattle) fino ai primi anni Venti, (ri)affiorava l’aspirazione a una comunità reale che fosse luogo ospitale per scelte di vita altra, contro la logica valoristico-mercantile e la società dello spettacolo.
Perché proporre una mostra come questa proprio oggi che alla noia della "sopravvivenza" (marchio sacrificale di fabbrica della "società dei consumi" degli anni Sessanta) è subentrata la fatica di arrivare alla fine del mese, oggi che l’epoca delle passioni tristi celebra il suo spento trionfo sull’estate dell’amore, oggi che la Democrazia e l’Economia hanno realizzato su scala planetaria la loro ultraterroristica e totalitaria pretesa d’imporsi come rimedi ai disastri e alle mostruosità da loro stesse prodotti?
Per una ragione nient’affatto culturalistica e documentaria, bensì perché Beat hippy autonomi punk… avevano ragione, mentre Stato capitale preti poliziotti avevano torto. Ieri, come oggi: dalle bici bianche di Amsterdam alle tute nere di Genova.
PROGRAMMA
ASSALTO
Mercoledì 2 novembre
H 18.30 inaugurazione Beat Hippy Autonomi Punk all’assalto del cielo
H 20.00 aperitivo con dj Bad Trip
1-ASSALTO-1
Giovedì 3 novembre
H 21.30 presentazione del libro "Paradoxia. Diario di un predatore" ed. Leconte 2005 e della rivista Storie
H 23.00 concerto Lydia Luch & Band
Una delle performer più significative degli anni ’90, nessun altro artista del XX° secolo ha lottato così tenacemente per forgiare e scolpire la sua personalissima visione e produzione artistica. Lydia Luch ha realmente conquistato nuovi territori con un percorso altamente innovativo, attraverso la musica, i libri performance spoken word, film, la fotografia e pure la poesia
Venerdì 4 novembre
H 21.30 John Sinclair & Steve Gebhardt
H 22.30 Proiezione del film
"Twenty to Life: the Life & Time of John Sinclair" di Steve Gebhardt (Usa 2003, b/n e col. 86’) v.o. sott. it.
John Sinclair, poeta-performer, attivista politico, giornalista, produttore musicale e quanto mai altro sia stato protagonista della lunga stagione di contestazione, sul finire degli anni sessanta, negli Stati Uniti. Questo documentario, ricco di filmati d'archivio e interviste recenti, racconta la vita di una presenza poliedrica e dirompente, che molto ha influito sulla controcultura americana.
Sabato 5 novembre
H 21.30 Lampi di critica radicale a partire da Giorgio Cesarano
H 23.30 Kleopatra J palys funk
2-ASSALTO-2
Mercoledì 9 novembre
H 21.30 presentazione del nuovo libro della collana City Lights, ed. Giunti Firenze
Giovedì 10 novembre
H 21.30 Lumi di Punk - Geografie controculturali italiane dagli anni Ottanta a oggi: la scena milanese raccontata da Marco Philopat, Elena Ferrarese, Cristina Pecchillo, Tiberio, Paolo e molti altri
H 23.00 proiezione del film "DOA (A Right of Passage)" di Lech Kowalski (Usa 1981, 90’) v.o. sott. it
Un film insolente e accattivante sulla musica punk sul e fuori dal palco. Girato nel 1978, come, quando, mentre è successo, DOA è senza dubbio documento leggendario e definitivo della generazione punk, vista attraverso la caduta dei Sex Pistols durante il loro sfortunato tour negli Stati Uniti che segnò la rottura della band e la morte di Sid Vicius. DOA racconta con dirompente energia e personale sensibilità il punk in tutta la sua interezza: le prestazioni esplosive dei primi esperimenti del movimento, compresi quelli dei Sex Pistols. Ma non mancano altri gruppi come gli X-Ray Specs con il loro leggendario "Oh Bondage Up Yours", The Rich Kids, Generation X, Sham 69, The Dead Boys… DOA, come la musica stessa che racconta per immagini, è un film caotico, claustrofobico, cattivo, che punta dritto negli occhi: è riuscito veramente a catturare qualcosa del forte conflitto di quegli anni tra il sistema classico e la gioventù arrabbiata.
Venerdì 11 novembre
H 21.30 Lumi di Punk - Geografie controculturali italiane dagli anni Ottanta a oggi: la scena toscana e ligure raccontata da Bad Trip, Robertino Peter Punk
H 23.00 Saluti dalla costa ovest
dj Bad Trip, Emiliano The Kingdom, Alessandro Bocci - vj set Signorina Rottermeier
Panoramica/assaggio sull’attuale scena underground locale: elettronica, robotica e industriale contemporanea
Sabato 12 novembre
H 21.30 Lumi di Punk - Geografie controculturali italiane dagli anni Ottanta a oggi: la scena bolognese raccontata da Elena Velena e Laura dei Raf Punk
H 23.30 concerto dei Rappresaglia
Una delle band rappresentative di quella incendiaria stagione punk che ha reso famosi i gruppi italiani in tutto il mondo. Presto, però, hanno cominciato a rivolgersi alle loro radici, recuperando i suoni e lo spirito del punk 77 senza ispirarsi ad un gruppo particolare ma cercando sempre di creare uno stile personale.
3-ASSALTO-3
Mercoledì 16 novembre
H 21.30 Matteo Guarnaccia: Beat, Provos e Capelloni
H 22.30 proiezione del film "My Generation" di Thomas Haneke e Barbara Kopple (Usa 2001, col. 103’) v.o. sott. it
Woodstock: il nome evoca gloriosi scenari. Anziché scavare nella memoria di un evento focale per la controcultura del ‘68, Barbara Kopple segue l'evolversi del mito attraverso le sue recenti ripetizioni. Woodstock ‘69, Woodstock ‘94 e Woodstock ‘99: ce ne sarebbe per parlare di de-generazione, ma la documentarista lascia da parte il suo spirito acido per viaggiare in mezzo alla folla. Il risultato è un film estremamente sfaccettato, illuminante tanto sulla commercializzazione della libertà (con il passare delle edizioni, per garantire sicurezza e migliori servizi, il raduno appare sempre più confinato in una sorta di bunker) quanto sulle risposte dei giovani a questo desiderio di aggregazione.
Tre generazioni a confronto. Molte cose cambiano, ma la musica resta: trenta anni di storia e di rock, il migiore di tutti i tempi, da Joni Mitchell ai Nine Inch Nails, da Santana ai Rage Against the Machine, da Jimi Hendrix ai Limp Bizkit, e molti altri ancora. Per guardare chi siamo oggi e capire chi eravamo.
Giovedì 17 novembre
H 21.30 proiezione dei film diretti da Antony Balch e scritti da William S. Burroughs
The Cut-Ups (Uk 1966, b/n 18’) v.o. sott. it
Towers Open Fire (Uk 1963, b/n 9’) v.o. sott. it
Certo esigui sono i film tratti da (o ispirati ai) testi letterari di Burroughs, e questo perché la sua opera è ben poco cinematografica nel senso classico del termine, a causa della scarsa importanza che lo scrittore attribuisce al plot narrativo. La sua è un’estetica non lineare, frammentaria, la sua è una scrittura affabulatoria e gergale, fatta di continue associazioni visive. Logico, quindi, che l’equivalente filmico della sua letteratura non può che avere uno stile "sperimentale" e fare uso del cut-up, un procedimento caotico e casuale, derivante dal collage dadaista, che consiste nel tagliare e incollare pezzi di testo alla ricerca di nuovi significati. Burroughs lavorò su questo procedimento a partire dal 1959 insieme a Brion Gysin, singolare figura di pittore sperimentale e romanziere, che ne è il vero scopritore; Gyson e Burroughs applicarono il cut-up a varie forme artistiche e a un po’ tutti i supporti. Nel campo cinematografico il risultato sono una serie di
cortometraggi raggruppati sotto il titolo di Thee Films, realizzati con l’inglese Antony Balch I primi due cortometraggi, Towers Open Fire (1963) e The Cut-Ups (1966) hanno una struttura piuttosto simile, infatti ritroviamo le stesse immagini con un montaggio sempre diverso ma rapido, seriale e frastornante, accompagnate da un collage sonoro altrettanto ossessivo. The Cut-Ups presenta una colonna sonora particolarmente aggressiva dominata dall’interazione e la sovrapposizione martellante di 2 parole "yes" e "hallo?".
H 23.00 concerto di Steve Piccolo e Gak Sato: AUTOSPOND/AUTOSPIA - Nudo sorvegliato pasto sorvegliante cortocircuito-cutup con clandestino omaggio a Hunter Thompson
Venerdì 18 novembre
H 21.30 spettacolo teatrale Milano 70allora di Walter Leonardi, Paolo Trotti, Flavio Pirini (con Walter Leonardi, regia di Paolo Trotti)
Milano70allora è un concept show sugli anni 70 filtrati dallo sguardo di un bambino che sta crescendo e ha tra i 4 e 14 anni. In lui si mischiano frammenti di realtà a pezzi di mitologia urbana, più che urbana di cortile, che in quegli anni, per i bambini, erano la stessa cosa. E la vita arriva al cortile attraverso il passaparola e le reazioni degli adulti a quel mondo di paura che si annida nei box e subito fuori dal cancello di casa. Milano 70allora è la storia del Garelli a tre marce che insieme al telecomando rappresenta la vera rivoluzione, la velocità, il precipitare degli eventi, il cambio produttivo che porta con sé il microchip e la fine delle fabbriche, la fine della classe operaia, gli scontri, i morti, la perdita dell’innocenza. Milano 70allora è anche la storia di tre ragazzi uccisi da quegli anni là, di tre corpi rimasti senza vita, vittime della necessità di cambiare le carte in tavola al potere immobile e immobilista. In quegli anni è stato gettato il seme che ha germogliato negli anni 80, 90 ed è arrivato fino a noi. Televisioni private, radio libere, neo liberismo, precarietà nel lavoro e nella vita. La grande rivoluzione nichilista del punk, il futuro promesso solo al giorno dopo e la vita vissuta in affitto fino ad affittare il nostro tempo, la nostra libertà, il nostro corpo.
H 23.00 concerto dei SigmaTibet featuring JBP
Sabato 19 novembre
H 17.00 Dentro fuori ai bordi dell’autonomia
Presentazione del libro "Gli operaisti" ed. Derive Approdi 2005, con Gino Tedesco, Francesca Pozzi, Ferruccio Gambino, Jairo Daghini
Le assemblee autonome in fabbrica: Alfa Romeo e Porto Marghera
Le assemblee autonome in fabbrica: un operaio dell’Alfa Uno di Porto Marghera
H 21.30 L’immagin/azione. Video-intervento sul Festival del Proletariato giovanile al Parco Lambro
Nel ruolo di attori, autori e spettatori, interverranno Alberto Grifi, Flavio Vida, Joe Fallisi e tutte le persone che vorranno partecipare alla proiezione.
Alberto Grifi partecipò alle riprese del Festival: più di 30 ore di materiale videoregistrato…
Come riproporre dopo tanti anni le immagini girate dai "video-teppisti" che insieme ad Alberto Grifi avevano ripreso e documentato le giornate del Festival?
Ci piacerebbe che soprattutto quelli che passarono al Parco Lambro in quei giorni, ci venissero a trovare durante la serata: il montaggio del film sarà realizzato dai partecipanti, che potranno selezionare e creare nuove sequenze, interrompere il flusso dei documenti dell’epoca per lasciare il proprio racconto, la propria memoria, la propria capacità di confrontare quello che sembra un lontano passato remoto confinato nel sogno rivoluzionario, con l’attuale fascismo in cravatta e doppio petto. Ci sarà uno schermo interattivo, attraverso il quale le persone, con lo spostamento del proprio corpo, potranno seguire un vero e proprio processo di frammentazione, montaggio, disseminazione e ricomposizione dell’immagine.
H 23.00 Performance "Flower Power" di Animanera Teatro
H 23.30 concerto dei Metropolis
Domenica 20 novembre
H 17.00 La stagione dei processi
Intervengono Pippo Pelazza e Ugo Giannangeli