Intervista a Giacomo Brunelli

(a cura di Boskizzi)

Il tuo sito personale è un po' parco di notizie. Chi sei? Cosa fai?

Il mio sito è parco di notizie perchè è un posto dove guardare le foto.
Sono nato nel 1977 e vivo a Perugia, dove sto lavorando al progetto degli animali in bianco/nero.
Sei anni fa comincio ad interessarmi di fotografia e decido di partecipare ad un master in fotogiornalismo a Roma.

Dal 2005 lavoro con animali.

Sto recentemente interessandomi al paesaggio, con una spiccata predilezione verso l'orto e tutto ciò che circonda un'abitazione contadina. Pollaio compreso.
Mi dedico alla fotografia a tempo pieno, sebbene siano dall'alba a mezzogiorno, le ore nelle quali riesco a muovermi meglio nella scena.

Scatto in B/N da sempre e uso la camera oscura.

Quindi vivi facendo il fotografo o quando parli di tempo pieno, significa che occupi tutto il tuo tempo libero alla fotografia?

Significa che la fotografia occupa tutto il mio tempo libero.

Sempre meno gente si avvicina alla camera oscura. Qual'è stato il tuo approccio? Cosa diresti ad un fan del digitale per avvicinarlo a questa sempre più "desueta" modalità di sviluppo e stampa?

Quando mi sono avvicinato alla fotografia era l'unico modo che conoscevo per fare B/N, ed in questo, il mio approccio alla camera oscura è stato naturale.
E' con la pratica che ho scoperto quali le Sue potenzialità e quanto ho ancora da imparare.
E' in camera oscura che accade il miracolo della luce ed è sul campo che avviene quello dell'occhio che vede.
E' la camera oscura che mi sorprende ancora quanto il negativo ed è in camera oscura che per la prima volta sento qual è l'odore di una mia foto.

Fotografi animali ma di sicuro non son foto naturalistiche. Il tuo bianco e nero non è quello classico. Ci hai parlato un po' di te, ora gradirei ti soffermassi sulle tue fotografie. Come le definiresti?

Da quando mi sono avvicinato alla fotografia, ho sempre sentito il bisogno di farla in strada.

Se guardassi i miei negativi di qualche anno fa, vedrei che persone, animali e paesaggi, si dividono equamente lo spazio. Col passare del tempo notavo che quelle con il soggetto degli animali erano le più forti ed ho allora deciso di lavorarci in maniera sistematica così da poter raccontare una storia.

La mia storia parla del loro mondo nel momento in cui sono davanti al mio. Il mio approccio nei loro confronti è quello di una lotta e come tale a volte si risolve in aggressione ed altre nella fuga.
Ciò che cerco di registrare è il risultato di quella lotta percepita da alcuni animali come gioco e da altri come sfida.
Le mie fotografie sono una collezione dei loro movimenti.

Sono curioso, vorrei mi dicessi qualcosa anche dell'attrezatura che utilizzi. Hai uno stile molto affine alle toycamera, ma del tutto particolare e personale. Vuoi svelarci qualcosa o sei geloso del tuo sapere?

Il mio primo incontro con una macchina fotografica è stato quando, aprendo un cassetto, ho trovato una Miranda Auto Sensorex EE del 1971 di mio padre.

Ho cominciato a fotografare con lei fin quando l'ho persa un anno fa.

Ora ho sei Miranda e quella che uso da un anno è una Miranda Sensomat del 1968.

Il tuo "mondo" fotografico sembra essere un'isola felice in cui il tempo si è fermato parecchi lustri fa: fotografi animali che molti non vedono nell'arco di tutta una vita, utilizzi una fotocamera desueta... che ne pensi di questa mia affermazione?

Un mondo fotografico tende ad essere un'isola.
Partendo dal reale come fa la fotografia, esiste da parte del fotografo, uno slancio verso un isolamento tale da rendere "privato" il suo approccio verso la realtà che vuole rappresentare.
L'isola diventa poi felice perchè quando scatti ti diverti e perchè quando non ti diverti più, allora smetti di scattare e cambi isola.

Gli animali è un soggetto che si presta al conferimento di una dimensione atemporale dell'isola.
La loro forma, invariata da anni, non aiuta alla contestualizzazione della scena.
Il loro comportamento, sebbene in costante cambiamento, non segue mode e non è quindi soggetto ad essere facilmente inquadrato.
Utilizzo una fotocamera desueta perchè ho avuto pazienza di conoscerla ed ora mi ci sono abituato.

Forse anche il ricorso al bianco e nero può servire a decontestualizzare. Hai mai fatto ricorso all'uso del colore, in passato? C'è qualche fotografo che ti ha influenzato o a cui ti senti affine?

Ho cominciato con il colore, usavo una Snappy e facevo diapositiva, poi dopo circa sei mesi, sono passato al B/N.
A qualche livello devo essere stato influenzato da qualche altro fotografo ma sto ancora cercando di individuarlo.
Mi sento affine a tutti quei lavori che partono dal gioco per poi diventare un'ossessione.

Il potere di sottrazione di punti di riferimento da parte del bianco e nero è più forte rispetto al colore ed in più, presentando all'occhio una scena sotto una veste elegante ed essenziale, la rende piacevole alla vista.
Il bianco e nero non modifica le cose ma le porta via un attimo per cambiare il loro abito, cosicchè, vestite di nuovo, cominciano a comportarsi diversamente.
Le mie foto scatenano in me un'emozione tattile e quando qualcuno le guarda,la prima cosa che vorrei venisse in mente è: "Mamma, posso toccarlo?"

Da un punto di vista commerciale e di esposizioni, come ti vanno le cose? Maggiori soddisfazioni in patria o all'estero?

Maggiori soddisfazioni all'estero, il 2007 sarà un anno fantastico.

Puoi darci qualche anticipazione? Siamo curiosi :)

Sul serio, non so nulla.
Ma sono curioso anche io.

Eh, ci mancherebbe :)
Un fotografo non curioso è come un cane da tartufo senza naso. Ti ringraziamo per la disponibilità e ti auguriamo "in bocca al lupo" per il futuro. A proposito, sei mai stato "assalito" da qualcuno dei tuoi "modelli"?


No, non mi è mai successo nulla.
Quando lavoravo con le persone è andata molto peggio.
Crepi.

Grazie Max.
Mi sono divertito.