1) Partiamo dall'inizio, dalla domanda obbligata, per tanto banale e retorica che possa essere: quando e soprattutto quali sono le motivazioni che vi hanno spinto ad aprire e a far vivere D406? Quante sono le persone che si sono mosse dietro questa decisione?
Siamo nati nel dicembre del 2002 con una esposizione proprio di Stefano Ricci che oggi, a distanza di tre anni, è tornato in galleria dopo una continua collaborazione. Ma in realtà il progetto della galleria covava già da diversi anni. Attualmente siamo in nove soci (la galleria è una s.r.l.) con esperienze personali lavorative molto diverse ma accomunati da una stessa passione che è ovviamente quella dell'arte e del disegno in particolare. L'occasione per aprire una attività espositiva è stata data dal Comune di Modena che per rilanciare una parte del centro storico dimenticata da anni ha concesso alcune agevolazioni ad attività disposte appunto a insediarsi in quel quartiere. E così abbiamo fatto. Siamo stati fortunati perché il palazzo sede della galleria è molto adatto per dimensione e forma, alla nostra attività. Abbiamo cominciato con la promessa di portare in città gli artisti che seguivamo da diversi anni, non è stato facile ma in molti casi ci siamo riusciti. La carta, il disegno, esercitano su di noi un richiamo molto forte....
2) Se con Ricci e Toccafondo c'è (o si può leggere in qualche modo) un recupero della esperienza dello Squadro di Bologna degli anni '90 (ma, dal sito di Squadro, deduco che la collaborazione stia continuando, considerati alcuni nomi in comune tra le due gallerie, non solo i sopraccitati ma anche ad esempio Lorenzo Mattotti), in generale quali sono i parametri che utilizzate nella individuazione di un nuovo artista e, successivamente, nella costruzione di una personale?
Sì certamente. Collaboriamo con Squadro da molti anni. Li conosciamo fin dal loro esordio. Sono stati per noi un punto di riferimento. Con Ricci sono stati proprio loro a fare da tramite. In loro l'interesse è concentrato sulla possibilità di fare arte attraverso la stampa, la riproducibilità di un lavoro, e in questo hanno raggiunto risultati di primissimo piano. A noi interessa invece di più l'aspetto dell'unicità della singola opera. Fino ad ora abbiamo organizzato in galleria personali di artisti il cui lavoro conoscevamo piuttosto bene. E in prevalenza disegnatori. Il disegno secondo noi è la prima materializzazione dell'idea dell'artista. Quasi tutti gli artisti partono dal disegno, gesto istintivo e libero, che poi spesso viene tradotto sulla tela o su altri supporti. E questa libertà e immediatezza ci piace molto. Siamo anche contenti di vedere come negli ultimi anni alle fiere più importanti, e non solo nazionali, c'è stata effettivamente una riscoperta proprio del disegno su carta.
Il criterio di scelta è appunto la conoscenza e stima di un artista e del suo lavoro. L'organizzazione della esposizione è molto meticolosa. Ogni personale dura circa due mesi e di solito tendiamo a presentare molte opere (l'allestimento è però molto accurato e mai casuale) in modo che l'esposizione sia assai rappresentativa e completa. Penso alle mostre di Munoz, Anke Feuchtenberger, Stefano Ricci, Gianluigi Toccafondo e lo stesso Mattotti in cui abbiamo presentato oltre 200 disegni. E molti lavori esporremo anche di Francesca Ghermandi in galleria da marzo. Molto importante è poi la promozione. Di solito usiamo anche i manifesti come richiamo affissi in diverse città della regione e devo riconoscere seppur con stupore che questo "antico" e per molti desueto mezzo funziona...Abbiamo poi per le ultime mostre deciso di accompagnare le esposizioni con libri...che non fossero solo dei cataloghi ma avessero una vita propria al di là della mostra. Abbiamo editato libri di Toccafondo, Mattotti, Ricci e Feuchtenberger con molta soddisfazione! Sarà ancora una volta il richiamo della carta...Tentiamo di far uscire i libri nel circuito delle librerie nazionali anche se l'aspetto della distribuzione è il più difficile. Pensiamo di continuare anche per le prossime mostre
Non siamo rivolti però solo al mondo dell'illustrazione e del fumetto (per troppo tempo ed ingiustamente considerati un'arte minore). Penso soprattutto a Giovanni Manfredini artista che amiamo molto e che seguiamo da anni e il cui successo degli ultimi tempi ci ha fatto molto piacere. Prima dell'estate oltre alla personale di Francesca Ghermandi (puro talento visionario forse un po' sottovalutata nel panorama nazionale) a cui dedicheremo un libro di disegni, stiamo organizzando una personale ad un grande artista modenese, non più giovane, da sempre fuori dal circuito dell'arte ma secondo noi di straordinarie capacità, che oltre a carte esporrà grandi tele. Davvero due appuntamenti da non perdere.
Il programma della galleria è completo fino a fine anno / inizi 2007.....
3) D406 è stata (anche), se non erro, nel corso degli ultimi due anni, “spazio” per la messa-in-mostra di progetti collettivi in collaborazione con strutture esterne. Qual è il rapporto della Galleria con la città di Modena e l'ambiente artistico cittadino? Vi sono in previsione ulteriori sviluppi su questi piano? Come vedete nell'anno di grazia 2006 l'attivarsi con modalità di rete (nella convivenza tra online e offline) esperienze artistiche, quindi più figure che partecipano alla messa-in-onda di progettualità comuni e collettive?
Sì è vero. Abbiamo collaborato con istituzioni quali la provincia di Modena, il comune di Modena settore giovani, l'Associazione a Maze ospitando iniziative già delineate che rientravano nei nostri interessi. La nostra intenzione è di procedere in questo senso anche se con le programmazioni così lunghe (abbiamo mostre fino a metà 2007...) inserire iniziative diciamo "non nostre" è sempre più difficile! Ma staremo a vedere...
Purtroppo la rete rimane per molti di noi soci della galleria ancora un "mistero" e devo confessare che l'utilizzo artistico di questo mezzo pur affascinandomi molto per le enormi potenzialità ci vede impreparati. Ma indubbiamente nei prossimi anni avrà un grande sviluppo. Per quanto ci riguarda non abbiamo in programma (per nostri limiti come ti dicevo) nulla al riguardo...
4) Il circuito dell'arte è anche - o ha intensamente a che fare anche - col mercato dell'arte. Non a caso, ad esempio, voi siete una società a responsabilità limitata. Dovendone parlare in termine generali, come vedete la situazione in Italia tra gallerie, qualità nelle proposte e nella presentazione/sviluppo delle stesse e qualità delle produzioni artistiche? Che tipo di fruizione è possibile rispetto agli utenti (limiti attuali, nuove possibilità)? E rispetto invece agli stessi artisti che vogliono o cercano di raggiungere l'overground? Come valutate l'incrocio delle esperienze artistiche con altri settori del mercato come ad esempio il fashion?
Si tratta del sesto mercato mondiale (in quanto a volume di vendite) e terzo in Europa (dopo svizzero tedesco e inglese). I dati sono quelli del giornale dell'arte di fine 2005 quindi assolutamente attendibili. Ovviamente in Italia il mercato dell'antico e del moderno sono quelli più forti. Più in difficoltà è il mercato riferito ai contemporanei ma anche tale settore sta crescendo. Finalmente molti artisti italiani storicizzati (fra i quali Fontana, Manzoni, Burri, Afro, per fare solo alcuni esempi) sono venduti alla grandi aste internazionali con quotazioni assai elevate negli ultimi anni con una costante crescita. E questo credo che rifletta (anche se in ritardo) la reale portata e importanza a livello internazionale anche del secondo dopoguerra italiano. La "moda" di cercare sempre artisti stranieri credo si sia ridimensionata per molti collezionisti. Sui contemporaneo il discorso è diverso, ma certamente l'attenzione cresce. Credo francamente che sui contemporanei (e non solo italiani) molto spesso ci sia una sopravvalutazione in termini economici. Ritengo che il valore di un artista debba sempre fare i conti con la storia, e quindi ritengo che certe cifre non si giustifichino per artisti non ancora consolidati e che non hanno ancora superato un giudizio critico. Quanto alla rispondenza della qualità alle stime di mercato soprattutto. Certamente oggi più che mai le frequentazioni gli ambienti sono fondamentali per portare al successo artisti anche al di là delle reali capacità. Vi sono artisti e curatori molto bravi tanto da risultare fenomeni di moda, molto apprezzati ma secondo me a volte effimeri.
Ci sono comunque moltissime gallerie che stanno lavorando con grande competenze e qualità per cui in termini generali direi che c'è stata una crescita complessiva in Italia e non solo nelle grandi città da sempre più attente al contemporaneo. GIà da diversi anni le contaminazioni dell'arte definiamola più tradizionale con altri settori sono molto presenti e ritengo che questi processi siano inevitabili nella continua sperimentazione a cui è votata l'arte contemporanea. A volte con risultati strabilianti. L'esempio più eclatante è M. Barney e Biork musica, cinema (estremo!?), arte in una simbiosi ed efficacia veramente apprezzabile...Bisogna però anche dire che nell'ultimo decennio c'è anche stato un grande ritorno alla tradizione penso al "rilancio" pittura e anche al disegno che sembravano oramai superati...per lasciare il posto a discipline e forme espressive più innovative
Molto più pubblico interessato al contemporaneo anche se lo sforzo di enti e istituzioni pubbliche non è mai abbastanza...ma qualcosa sta cambiando e direi in meglio... la nostra esperienza si è posta anche quale obbiettivo portare un pubblico che raramente entra nelle gallerie a vedere esposizioni a entrare in contatto e rapporto con il gallerista non solo mercante ma anche capace di fare proposte di offrire novità...
5) Si parlava poc'anzi di fumetto, e dovendo riprendere alcuni nomi già citati, penso ad esempio a Ricci ma anche a Munoz, il fumetto trova forme assolutamente eccelse. Come vedete lo stato dell'arte del fumetto odierno? Ci sono esperienze o artisti in particolare che seguite, al di fuori dei “soliti noti”? E per quanto riguarda, nello specifico, il “fumetto giovane”? E, come ultimo elemento, i progetti in cui il fumetto diventa animazione?
Il mondo del fumetto ha sempre proceduto a fasi alterne e così l'interessamento del grande pubblico a questa forma espressiva. Si è passati da annate di grande fermento e creatività (gli anni 70 con decine di disegnatori di altissimo livello e innovazione si pensi alla scena bolognese di quegli anni che tutti noi conosciamo -e quindi non mi ci soffermo - e ammiriamo con picchi forse irripetibili... e a questo proposito consiglierei un libro "Prima pagare poi ricordare" di Filippo Scozzari che come pochi riesce a rendere l'atmosfera e le aspettative di quegli anni... poi nei decenni successivi l'illusione è tramontata sono morte tutte le riviste di fumetto... o quelle sopravvissute hanno dovuto adattarsi al mercato dell'erotico unico mercato capace di resistere....oggi in Italia dopo anni veramente bui possiamo vedere segni di ripresa penso al gruppo di Canicola (finalmente di nuovo bologna) con alcuni disegnatori di assoluta eccellenza Michelangelo Setola Andrea Bruno solo per fare alcuni esempi....ed altri ancora segnalo il nostro (perché se non erro è modenese) Marino Neri...CoconinoPress si sta dedicando anche ad autori nostrani e non solo il pur bravissimo Gipi... insomma segnali di ripresa e rilancio direi che ci sono in un panorama editoriale dove è molto difficile sopravvivere........
ricordo la prossima nostra mostra di Francesca Ghermandi, grande talento visionario che sarà in galleria dall'11 marzo giorno dell'inaugurazione con una mostra bellissima di disegni a penna e pennarello.....Abbiamo per l'occasione prodotto un libro suo "Un'estate a Tombstone" insieme alla gloriosa Comix (hanno pubblicato fra gli altri Crumb...) e speriamo che questa nuova collaborazione porti buoni risultati. In Italia si è sempre comunque venduto poco - e peraltro non ci possiamo lamentare viste le vendite dei nostri libri di Mattotti, Ricci ed anke Feuchtenberger direi più che lusinghiere - a differenza di altri paesi vedi la Francia non è un caso se molti dei nostri disegnatori siano finiti all'estero: fra quelli che hai citato Munoz dopo la parentesi italiana assai lunga è emigrato in Francia, così Mattotti, Liberatore, Igort. Per l'estero il discorso è in parte diverso.....noi siamo in contatto con alcuni artsti tedeschi fra cui vorrei segnalare Atak che speriamo di portare presto a Modena in galleria.... Non solo America, e per alcuni versi Giappone, dunque… Ci sono ancora giovani disegnatori del nord Europa davvero promettenti... Ma mi fermo qui invitandoti sul punto ad un incontro in galleria da noi...
6) Online i portali (e sempre più i blog) che seguono le attività d'arte / attorno all'arte si contano a decine. Offline, il numero dei magazine stampati è chiaramente minore tuttavia le opzioni non mancano. Come trovate la comunicazione, in generale, relativa all'arte in Italia? Adeguata? Insufficiente? Sofferente? Poco attenta? Trovate vi sia una giusta percezione in queste esperienze relativamente a quello che è il portato artistico odierno?
.....sulle riviste stampate di settore nutro più di un dubbio... anche se per una galleria diventa comunque quasi obbligatorio essere aggiornata - e a volte presente - sulle testate specifiche... I dubbi sono motivati dal fatto che comanda ovviamente la pubblicità per cui per esempio se non compri una pagina pubblicitaria su un mensile non avrai mai una recensione di un tuo artista; ci sono riviste mensili o bimestrali per tutti i gusti dalla popolare arte Mondadori alle più sofisticate Tema Celeste e la modaiola Flash art... e tante altre... tutto sommato il mondo dell'arte si ritrova abbastanza in tali riviste molto spesso però prevale l'artificio... e l'effimero ma forse è proprio di questo che si alimenta l'arte contemporanea....