Intervista ad Andrea Sozzi

(a cura di Boskizzi)

Ciao Andrea, non male l'idea che hai applicato a 50 exposures. Vuoi spiegare anche ai nostri lettori di cosa si tratta?

50 exposures è nato inizialmente come un'esposizione di 50 foto in b/n scattate e stampate da me.
Nel tempo, grazie alla mia grande passione e amore per la fotografia, il numero di lavori e di immagini che volevo pubblicare è aumentato di gran lunga. Ho comunque mantenuto il nome originario (www.50exposures.com) perché a questo punto fa parte della mia vita, del mio lavoro ed è un porto sicuro per la mia creatività. Tutte le foto contenute all'interno del sito sono comunque scattate e stampate a mano da me. All'interno del sito ho deciso di pubblicare oltre alle foto classiche anche altre sezioni a tema come black box, hommage a Magritte, ecc..

Sei uno degli ultimi baluardi della stampa in camera oscura: hai letto che la Durst ha cessato la produzione degli ingrandotori? Dopo i vari casini passati da Agfa e Ilford, un'altra bella tegola... Vorrei provassi a convincere i nostri lettori ad abbandonare il digitale, per passare all'analogico: cosa diresti loro?

Inizio con il dire che anch'io per un breve periodo ho usato il digitale spinto dalle nuove correnti e dalla fame di tecnologia. Poi una mattina sfogliando un libro di fotografia firmato Bill Brandt mi sono chiesto cosa volevo realmente dalla fotografia e la risposta è stata veloce....ho comprato un vecchio ingranditore Meopta usato, i liquidi di sviluppo, una lampadina rossa, ho spolverato le mie vecchie macchine fotografiche del tutto analogiche e dopo aver messo sul mio vecchio giradischi LP "A love supreme " di john Coltrane mi sono buttato in strada a scattare!!!!
Il digitale è utile ma quando in mano hai una tua foto che ti sei stampato in camera oscura ti senti come un vecchio artigiano che si crea il proprio prodotto dall'inizio alla fine, la sensazione è stupenda.
Usare l'analogico è prioprio come sentire lo scricchiolio di vecchi long playing....è poesia pura.

Non avrei saputo fare di meglio. Se non avessi abbandonato il digitale da tempo, beh, lo fare di nuovo! :) Mi sembra di aver capito che cmq hai ormai una tua impronta e una tua tecnica particolare, ce la puoi descrivere a grandi linee?

Sono innamorato dei contrasti, mi piace tirare le immagini fino a contrasti piuttosto forti...adoro il bianco e il nero quando sono ben definiti. Comunque quando si accende la luce rossa della camera oscura può capitare di tutto; ad esempio per le foto di “black box” oltre ai soliti contrasti ho usato anche materiali come lo scotch di carta e polvere di caffè per dare un effetto invecchiato mentre per altre foto, ad esempio, uso il liquido di sviluppo con il pennello così da interessare solo parte dell’immagine e dare un senso più onirico. Insomma le possibilità sono tante e nel “buio” della camera oscura tutto può accadere....Frank Zappa diceva che una stecca che si ripete due volte è già un arrangiamento basta lasciarsi guidare e divertirsi.

Non pensi sia un controsenso, dannarsi l'anima per stampare in camera oscura e poi dover passare il tutto allo scanner per metterlo on line?

No assolutamente, anche perché la stampa “imperfetta” della camera oscura non sarà mai possibile farla con un software....ovvero nella stampa io adoro le piccole imperfezioni come pelucchi e piccoli sgraffi che rendano l’immagine ancora più vera. Poi il piacere che mi da ricreare l’immagine durante la stampa è unico e già questo basta per ripagare il tempo che ci metti a trovare i prodotti, fare le foto, sviluppare il rullino, sviluppare le foto e respirare un po’ di prodotti chimici. Se poi ci metti il piacere che hai quando ti metti a sedere in poltrona con della buona musica, magari un bicchiere di buon rosso a guardare le tue foto ormai asciutte....sei al settimo cielo...hai creato qualcosa senza per forza dover cliccare sul mouse, lasciare che una stampate faccia il suo lavoro mentre tu con occhi mezzi chiusi fissi uno schermo!!!!

Sfondi una porta aperta... personalmente ho una trentina di vecchie macchine, e la camera oscura mi da un certo piacere, anche se da un paio di anni sono più orientato al colore. Ti sei mai cimentato con questa tecnica? Che differenza di emozioni pensi si percepisca tra chi guarda foto in b/n e a colori?

Sì prima facevo foto a colori, diciamo all’inizio...poi ho conosciuto il bianco e nero ed è stato amore a prima vista abbandonando definitivamente il colore. Nel bianco e nero, tecnicamente, devi stare molto attento alla pulizia dell’immagine e quello che conta sono, come nel disegno, i tratti base che delineano una figura o un gesto, troppi tratti non delineati rischiano di fare confusione e così l’immagine si perde. Parliamo comunque di immagini e quindi affascinano sempre e comunque chi le guarda sia che siano a colori che in b/n, credo che chi guarda sia più affascinato dal risultato finale di un fotografo che dalla tecnica usata.

All'inizio ne hai in parte accennato, ma volevo approfondire il tuo rapporto con internet. Che mi dici?

Adoro internet e le sue potenzialità. Quando ho iniziato a fotografare di tanto in tanto riuscivo a fare qualche mostra nella mia città...piccole cose ma per me al tempo molto importanti, adesso grazie a internet questa cosa si è allargata al mondo intero; cosa chiedere di più?
Adoro le sue potenzialità e adoro usare il mio sito come posto dove poter mostrare ad altri i miei lavori; uso molto il mio sito, è una parte importante di tutto il mio lavoro ed è sempre in continuo cambiamento come se fosse un giornale dove poter trovare ogni volta che lo apri cose nuove e nuove situazioni. Poi adoro girare per il web in cerca di altri fotografi per guardare la realtà da altri punti di vista.