(a cura di Boskizzi)
Sei tra i lomografi italiani che più apprezzo. Come sei approdato alla macchinetta russa?
Credo che con un collega, parlando del più e del meno, un giorno sia venuta fuori questa cosa di una macchinetta multiobbiettivo che aveva visto da qualche parte e che costava 4 soldi... la trovai a Firenze e decisi di provarla per vedere "che effetto fa": era la mia prima ActionSampler! Da lì scoprire la Lomographic Society e farsi venir voglia di qualcosa di più è stato un tutt'uno inevitabile, la scoperta continua ha alimentato questi ultimi anni...
Cosa pensi che renda il modello LCA così diverso dalle altre macchine fotografiche? Peccato non la producano più, vero?
Specifichiamo bene una cosa prima: appena sono riuscito a trovare una Cosina CX2 (il modello giapponese da cui la Lomo copiò spudoratamente la Lc-a) è questa la mia macchina preferita, ma solo perché è un poco più solida. Lc-a è stata una macchinetta unica per tanti motivi, non dimentichiamoci del marketing che sicuramente ha fatto la sua parte ma... per noi lomografi la cosa "vincente" è l'essere riuscita a riunire in sé tanti e tali difetti che si presentavano solo separatamente in altre macchine. Nel bene o nel male, è questo che ha reso la macchinetta così speciale: così malfatta da diventare il suo contrario cioè un gioiellino insostituibile e amabile. Ho visto fotografi professionisti di fama internazionale rimanerne assolutamente affascinati per l'idea di "libertà" che una macchina simile riesce a darti: non puoi pensare a tempi, diaframmi, esposizione o altro. E' fotografia pura, concettualmente parlando. Il profano non si intimidisce, il professionista si spoglia e si diverte. Che poi abbiano tolto di produzione la Lc-a e altre macchine come tutte le pellicole che stanno sparendo dal mercato (mannaggia!) è un disastro, sono perdite irreparabili che rendono il mondo sempre un poco più lucido ma meno realistico.
Per tanti la Lomo è una semplice moda. Cosa pensi che renda le tue foto diverse dalle altre?
Lomo è sicuramente una moda, o almeno lo è stata. Ma mi sta bene, in fondo una moda può essere utile per avvicinare qualcuno che altrimenti non scoprirebbe le doti che ha. Per me ha un po' funzionato così: mio padre per anni e anni ha avuto l'hobby della fotografia, è un bravo fotografo e quando ero piccolo ha tentato di affascinarmi non riuscendo però a coinvolgermi. L'averlo però visto all'opera sia con le macchine che in camera oscura mi ha probabilmente "formato" l'occhio, almeno in parte, e molti anni dopo, con la mia prima macchinetta in mano, ho deciso di apire se era così o meno. Cosa rende le mie foto diverse... forse l'aver ricevuto da papà questa educazione per l'occhio e dai nonni materni la ricerca per il colore forte e molto vibrante (erano ambedue pittori e vetratisti). Ma mi rimane difficile rispondere a questa domanda, posso risponderti meglio se ti dico che io *spero* che le mie foto possano essere diverse!
Giusta osservazione. Sei uno di quelli che scatta per fare foto che piacciano agli altri o cerca, in prima battuta, di appagare i propri sensi?
Cerco... no: "vedo" le fotografie che scatto, e le scatto solo se penso che mi piaceranno. Questo significa che i miei sensi si appagano e mi dicono cosa scattare e quando. A dirla così sembra che sia io che appago loro, più che loro ad appagare me. Ovviamente, la speranza che le foto che faccio piacciano anche agli altri c'è, sarebbe ipocrita negarlo. Ma non sono il tipo che scrive romanzi per una vita tenendoseli ben chiusi nel cassetto, tutt'altro, per me è fondamentale produrre per condividere E anche per me. Sono sempre stato così, anche quando facevo musica non riuscivo a concepire il gruppino che suonava per il piacere dell'odore dell'umido della cantina per le prove e passare la serata in compagnia senza produrre altro... per me fare musica è stato fare dischi e sperare che qualcuno li ascoltasse (e li comprasse, magari). Idem per le foto.
Il tuo curriculum parla anche di esperienze artistiche nell'ambito musicale. Questa cosa l'ho scoperta recentemente. Mi racconti qualcosa?
Ho cantato per una decina di anni (le moderne tecniche di registrazione al giorno d'oggi consentono miracoli!), e con i Mirabilia abbiamo pubblicato qualche 45 giri e tre album. E' stato divertente e c'è stata moltissima amicizia, ma la musica in questo paese non paga e a un certo punto abbiamo deciso di sospendere le attività... le soddisfazioni non sono mancate, l'ultima è che adesso il nostro terzo album si trova sull'iTunes Music Store (il che mi ha fatto anche un po' ridere l'altro giorno, quando l'ho scoperto). Chissà che un giorno non si ricominci...
Come ti poni nei confronti del web? Pensi che abbia contribuito alla tua formazione fotografica o alla possibilità di essere conosciuto oltre le proprie 4 mura?
Ah, il web mi da lo stipendio!! A parte il fatto che lavoro per un'azienda leader del web in Italia, è proprio grazie al web che riesco a far vedere in giro le mie cose, a imparare una quantità di cose inestimabile. Quindi direi che si: è in gran parte al web che devo la mia formazione fotografica, è grazie al web che ho visto, vedo, osservo e imparo, mi confronto e mi ispiro e trovo spinta e faccio le foto che faccio.