Tecnologie interatt ive spaziali nella conservazione dei beni culturali
di Letizia Bollini
Il digitale è entrato rapidamente nel mondo dei beni culturali: molti musei propongono la propria vetrina sul web già dagli anni Novanta, a volte in modo
didascalico come puro posizionamento,
altre con progetti simulativi dello spazio
museale e una corrispondenza tra fisico e virtuale; altre ancora con mezzi
di rappresentazione o di simulazione
3D (VRLM o QuickTime VR).
Nella prima generazione lo sforzo era mimetico e simulativo, mentre le attuali potenzialità ostensive spaziali (prima ancora che tridimensionali) hanno aperto nuovi scenari che sovrascrivono, per linguaggi e percorsi, la tradizionale
visita all’interno del contenitore espositivo.
Il digitale esce dal suo ruolo di elezione (la rete) per entrare nella realtà dello spazio e plasmarla secondo logiche ibride, tra teatralizzazione dell’informazione e attivazione prossemica ed emozionale; pervadendo
e sovrapponendosi allo spazio reale, come un layer di conoscenza: è la manipolazione diretta del virtuale in cui, per interrogare l’oggetto fisico, si interagisce con uno spazio concettuale.
Se i modelli di allestimento tradizionali permettono una messa in scena in spazi fissi, prestabiliti, l’esperienza rimane di tipo simbolico-narrativo-sequenziale. Le attuali frontiere dell’allestimento digitale,
invece, operano secondo una logica
più vicina al mondo reale, nella quale
si fondono luogo dell’interazione e della
messa in scena; e dove la gestualità
dell’utente non è più proiettiva e metaforica,
ma simulativa di quella fisica.
La tecnologia si fa sempre più trasparente per coinvolgere lo spettatore/utente in meta-narrazioni: stratificazioni possibili
del racconto culturale che atomizzano
e/o ricompongono unità di senso coordinate
da un atto registico unificante.
A questo nuovo paradigma corrisponde, perciò, un cambiamento di prospettiva secondo cui non si progetta una superficie
di contatto, ma un evento interattivo,
una performance: che verrà agita nello
spazio-tempo dell’utente/autore.
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Letizia Bollini
Architetto. Dottore di Ricerca.
Ricercatore ICAR17 presso la Facoltà di Psicologia dell'Università di Milano Bicocca.
Si occupa dal 1995 di progettazione di interfacce web, editoria multimediale, grafica e comunicazione visiva coniugando l'attività libero professionale con l'impegno nella ricerca teorica e metodologica, nella didattica e nella divulgazione.
Info: www.lbollini.it
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Artlab è un trimestrale bilingue (italiano e inglese) edito da Integrata, con il sostegno di Fedrigoni Cartiere (Verona). Nato nel 2001, Artlab è dedicato al graphic design e alla comunicazione visiva. È inviato a progettisti e studi grafici, agenzie di pubblicità e designer e ai grandi utenti della comunicazione. La diffusione è di 16mila copie, 12mila in Italia, il resto all’estero. L’art direction è affidata allo studio Supervisione (Genova), diretto da Mario Benvenuto.
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