ISOLE DELLA MEMORIA

Mauro Manuini e Max Boschini, del collettivo Pommefritz, inaugureranno sabato 10 giugno presso Galleria Isabella D’Este, una personale dal titolo "Isole della memoria". Il vernissage è previsto per le ore 18.30 a Mantova in via Corridoni, 48.

I due artisti mantovani hanno predisposto per l’occasione un’edizione speciale dei loro classici, stampati infatti su pannelli Dibond costituiti da due lamine in alluminio delle spessore di 0.30mm con un nucleo in politilene. Quindici le fotografie delle dimensioni di 45×30cm, realizzate con la tecnica del cross processing, stampate dalla Digital Service di Bolzano, che saranno visibili negli spazi espositvi della galleria.

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Alla fine degli anni ’50 la Pianura Padana fu interessata da un progressivo aumento degli insediamenti produttivi ed abitativi, che portarono alla creazione di estese e sempre più numerose aree cementate. Per le città, l’accentuarsi del fenomeno determinò la fine del "modello militare", che per molte di esse è stato origine, avamposto della "civiltà", linea di demarcazione tra città e campagna. La città moderna è accompagnata dall’abbandono della campagna e dalla crescita lineare e non reversibile della popolazione urbana. Il sistema delle cascine insieme alla struttura della proprietà rurale e delle strade campestri ha comunque condizionato il processo di urbanizzazione della città e il suo disegno topografico: basti pensare ai quartieri che ancora oggi conservano nel nome le parole cascina o isola, spesso l’uno usato come sinonimo dell'altro. Ad esempio, nel milanese, troviamo Isola Garibaldi, l’Isola e Cascina Gobba.

L'abbandono della campagna è la caratteristica più evidente della realtà agricola italiana di oggi, i contadini hanno lasciato il lavoro dei campi con la speranza di trovare altrove occupazione piu' sicure e redditizie. Il coltivatore medio piccolo è praticamente scomparso e le multinazionali dell'alimentazione tendono a imporre ovunque i propri metodi di coltivazione, che da un lato gettano fuori dal mercato gli agricoltori indipendenti, dall'altro tendono a uniformare le colture, sovrapponendosi alle tradizioni del luogo.
Gli effetti sulla cura del territorio sono impressionanti. Dove la campagna era punteggiata da casolari, cascine, chiesette, oggi si mostrano ruderi a volte diroccati e preda di vegetazione infestante, edifici che negli ultimi lustri stanno diventando terra di nessuno. Sotto il profilo culturale, si percepisce un distacco ormai netto. La campagna è conosciuta prevalentemente come il film che scorre fuori dai finestrini dell'auto in corsa nei trasferimenti da una città all'altra. Sotto il profilo fisico, la perdita del patrimonio è ingente.

Ma ciò che disturba più di ogni altra cosa è l'abbandono in cui versano quasi tutte queste testimonianze; abbandono di fatto, per incuria del tempo e dell'uomo, e abbandono di tendenza, perché il lavoro a cui erano legate queste tracce ora non esiste più. Siamo alle soglie del ricordo, presto non avremo più neppure quello! Il passo successivo muove, invece, dal sentimento di meraviglia che ancora evocano questi edifici: marmi, camini, ferro battuto e suppellettili sono solo alcuni dei gioielli in cui spesso capita di imbattersi esplorando le tante cascine sparse per il territorio della provincia di Mantova.

Armati di macchina fotografica, abbiamo esplorato questi luoghi abbandonati: vecchi muri, attrezzi logorati dal tempo, infissi pericolanti e pavimenti insicuri. I resti dell’antica vita contadina evocano dubbi e pensieri. Nessuno ricorda più chi abitava in questo posto, nessuno si interessa del loro stato di conservazione. In questa prospettiva le cascine abbandonate non rappresentano solo il simbolo del degrado del territorio, ma diventano anche una viva testimonianza di un passato ricco di storia che oggi non interessa più a nessuno. Le cascine sono vere e proprie isole del passato. Un tempo il termine indicava un edificio isolato, localizzato nel territorio rurale con funzioni abitative e di svolgimento delle attività agricole legate alla coltivazione della terra, all’allevamento del bestiame, alla lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli. Le cascine erano delle «piccole isole» autosufficienti, collocate tra le nebbie della Pianura Padana. Oggi rappresentano un ricordo del nostro passato, cancellato dalle ruspe e schiacciato dalla cementificazione, che sopravvive in alcuni luoghi ormai avulsi dal contesto. Sono ancora delle "piccole isole" senza comunicazione alcuna, a cui attraccare per sentirsi catapultati nel passato…