POLITICAL COMICS - FEBBRAIO

Political comics

Contenuti:
Tuzla*Ferida Osmanovic*Fatima e Damir*Caracas*Repubblica Slovacca*Gabcikovo*Balazs Gardi*Almartya Sen*TATA CANCER RESEARCH CENTER*Mumbay*Cindy Sheehan *Yasser Arafat*Wael Zuaiter*Matilde Muhindo Mwamini*Cueto*Jordis Atonia Schlosser*Avana*Stati Uniti*F! Femministikt Initiativ*Gudrum Schyman*Brigate dei Martiri di Alaqsa*Nablus*Galla Placidia*Petah Tikva*Botero*S. Paolo*Mohammed*Autorità' Nazionale Palestinese*Khaled Meshaal*Chernobyl*Rodolfo Graziani*Domenico Concione*Etiopia*San Cristò'bal de Las Casas*Và'clas Klaus*Giulio Ruffini*CASA POUND*Terrorism*

E' possibile scaricare i disegni di Febbraio direttamente dal sito.
L'arte di riuscire a fare il reporter di guerra di Pablo Echaurren
Testo pubblicato su CARTA Cantieri Sociali

Uno dice: l'arte è eterna, travalica i secoli, fa piazza pulita delle piccinerie, delle consorterie, delle strategie d'occasione legate alle beghe delle congreghe che fanno e disfanno i destini, i percorsi intestini, i listini. A seconda.
Al momento attuale l'arte è molto ma moolto sensibile al richiamo dell'effimero, alle sirene delle passarelle, dei canapé, del mondo dorato dei défilé.
Se ne nutre, ci si ingrassa, ci sguazza nella grascia. Ne ha disperato bisogno, per sopravvivere.
Tutto il modello vincente, dominato dalle performance, dalle istallazioni, dai video, necesse di potenti mezzi messi a disposizione per l'allestimento dell'esposizione. E chi più dei grandi sarti, delle case di moda, delle firme delle haute culture?
Armani per l'arte, le provocazioni delle impiccagioni cattelanesce marcate Trussardi, Franca Sozzani, Como 10 a Milano, Bulgari nuovo sponsor di Art Basel - la più grande Kunst Messe - in piega del modo - Vanessa Beecroft con la sua ultima sortita per Pitti iomo dopo quella della Foundation Cartier de Parì. Per non parlare della Fondazione Prada.
Io stesso, che faccio tanto il sofista, ho esposto nelle vetrine di Fendissime a Roma, quindi non dovrei stigmatizzare. E invece lo faccio, mi do la zappa sui piedi ma mi cavo anche i sassolini dalle scarpe.
Oggi come oggi lo stilista rassicura il pubblico e il collezionista sulla fondatezza del gusto. Laddove l'opera appare stenta, incomprensibile, risibile, occasionale, senza spina dorsale, li interviene il marchio universalmente riconoscibile di un super sarto, a garantire che si tratta proprio di qualcosa di valido, che vale la pena guardare e soprattutto comprare.
Dove vige l'estetica del superfluo, l'effimero della moda detta legge, regge contro ogni possibile contestazione che appare subito faziosa, astosa, rosa dall'invidia, comunistoide.
Viceversa, trovare sponda nei Tailleurand dell'arte è sinonimo di raffinatezza, di élite, di un'eleganza di cui una non si può fare senza, pena passare per buzzurri trinariciuti.
Lo so, sono un piagnone, un rompicoglione, un avanzo del pleistocene superiore, ma il glamour da boudoir mi induce immancabilmente a un certo humor noir.
Per questo, intendo segnalare una mostra che esula da tale logica opportunistica snobistica, che si defila, che non sfila sotto i flash, che non insegue i cash. Sto parlando di Gianluca Costantini (art dairector della rivista «inguineMAH!gazine» - www.inguine.net) e dei suoi disegni dedicata agli «anni di guerra», sto scrivendo di un artista che si è trasformato in un meccanismo di informazione grafica, in un network nostrano, in un inviato strano che usa la matita per tratteggiare e disvelare, in un reporter che usa la penna per scattare istantanee fatte di segni decisi, partecipati, essenziali. Come deve essere una narrazione insieme personale e corale, tragica e minimale.